BAGHERIA (PALERMO) – Il confine tra l’amore che avrebbe dovuto donargli sua madre e l’abbandono a pochi minuti dalla nascita è stato segnato dai quaranta centimetri che dividono due balconi. La donna avrebbe messo un piede sulla ringhiera per sporgersi verso quella della vicina, un’anziana pensionata che, ne era certa, non si sarebbe accorta del suo gesto. E in effetti è stato così. Nessuno, sino a quando il piccolo non ha cominciato a piangere disperatamente alla ricerca di chi l’aveva messo al mondo, sapeva di quel fiocco azzurro che sarebbe presto arrivato. Nemmeno i vicini di casa avevano notato quella pancia, da mesi nascosta sotto abiti ampi e maglie extralarge.
Insomma, una gravidanza in gran segreto quella di L.C.N, che deve compiere 41 anni, la donna che stamattina all’alba ha abbandonato il suo bambino dopo averlo dato alla luce da sola, nella sua camera da letto. I segni di quel parto in solitudine ci sono tutti sul balcone di via Giovan Battista Marino 33, in contrada Incorvino. Nel paese alle porte di Palermo le voci si rincorrono, c’è chi racconta la paura di quei primi momenti, quando ha aperto la finestra ed ha visto le tracce di sangue proprio a ridosso della ringhiera al primo piano.
“Non capivo cosa stesse succedendo, mi sono spaventata – dice una vicina di casa, una delle prime a lanciare l’alllarme -. Quel sangue mi ha fatto paura, ma quando ho visto il corpicino nudo, sulle piastrelle del balcone, non ho pensato ad altro che a telefonare alla polizia”. E gli agenti del commissariato di Bagheria sono arrivati nel giro di pochi minuti sul luogo in cui erano in tanti a non credere ai propri occhi. “Sì – dice Mario San Cataldo – perché questa vicenda è surreale, forse soltanto l’autore di un film sarebbe potuto arrivare a tanto”. Nel frattempo, le prime ore di vita del piccolo si sono consumate tra l’ambulanza e l’ospedale, dove è tuttora ricoverato.
Al Buccheri La Ferla il bimbo è arrivato dopo un arresto cardiaco provocato da ipotermia e durante la concitata corsa sul mezzo di soccorso sono stati i rianimatori del 118 a strapparlo alla morte. Dopo essere stato intubato e ricoverato, ha ripreso a respirare in autonomia soltanto nella tarda mattinata. “Credo che soltanto una persona senza cuore possa essere in grado di fare una cosa del genere – prosegue il vicino di casa della 41enne -. E’ una vicenda assurda”.
“Abbiamo sentito dei lamenti mentre ancora dormivamo – aggiunge Giuseppe Greco – ma non avremmo mai pensato si trattasse di un bambino, non sembravano vagiti. Piuttosto, credevamo si trattasse di un gatto, ce ne sono tanti in questa zona. Invece quello che abbiamo visto era impensabile. Quel neonato era nudo, infreddolito. Sicuramente sarebbe morto presto se non fossimo intervenuti”.
Drammatico anche il racconto di un operatore del 118: “Insieme ai miei colleghi ho vissuto attimi terribili, effettuando un soccorso con il cuore in gola: il neonato al nostro arrivo era in arresto cardiocircolatorio, è vivo per miracolo”, dice Paolo Caltagirone, autista – soccorritore della Seus raccontando le fasi concitate dell’intervento. “La centrale operativa del 118 – prosegue – ci ha contattati poco dopo le sette di mattina, segnalandoci un bimbo che piangeva. Insieme all’infermiera Francesca Bono e al medico Angela Lentini siamo subito partiti con l’ambulanza della postazione di Santa Flavia. Pochi minuti dopo siamo arrivati sul posto, dove abbiamo trovato alcuni residenti della zona e la polizia. Subito siamo saliti nell’appartamento al primo piano e nel balcone c’era il neonato, che non dava alcun segnale di vita. Lo abbiamo preso, avvolto in una coperta per riscaldarlo e adagiato sul tavolo della cucina perché era urgente intervenire immediatamente. Il medico del 118 ha misurato i parametri vitali, purtroppo il piccolo era in ipotermia. Insieme all’infermiera gli abbiamo praticato la rianimazione cardiopolmonare, mentre la dottoressa Lentini ha effettuato l’aspirazione nasogastrica per agevolarne la respirazione. Come per miracolo dopo un paio di minuti il neonato ha dato i primi segnali di vita, allora ci siamo subito precipitati in ambulanza. Successivamente i medici dell’ospedale ci hanno detto che le sue condizioni sono migliorate. Al mio ritorno a casa, essendo padre mi sono immedesimato e ho pianto. Qui al 118 facciamo tutti il tifo per lui, speriamo proprio che riesca a superare questa prima grande prova della sua vita”.
A confermare le gravi condizioni in cui il piccolo è stato trovato, il primario di Neonatologia del Buccheri La Ferla, Giampiero Pinna: “Sembrava morto quando è arrivato qui – dice – perché aveva una temperatura corporea di 24 gradi. Era in condizioni gravissime. Giunto già intubato dal rianimatore del 118, è stato sottoposto a cure immediate. Adesso respira da solo. Le sue condizioni vanno migliorando nonostante sia nato un po’ prematuro”.
Al reparto di Ostetricia dello stesso ospedale è stata ricoverata anche la madre. Pochi metri la separano dal suo bambino gettato via al primo vagito. Come spiegano i medici, la donna è in stato confusionale. Si trova in una stanza da sola, piantonata da due agenti della polizia. E in quella camera sembra non recarsi nessuno. “Per lei – spiega il vice direttore sanitario dell’ospedale di via Messina Marine, Pietro Civello – abbiamo iniziato le procedure di stabilizzazione. In questo momento è assistita da una psicologa, arriverà anche un assistente sociale”.
La donna soffrirebbe di un disagio psichico e fino alla tarda mattinata non aveva ancora chiesto di suo figlio: “Secondo quanto accertato il parto sarebbe avvenuto attorno alle 6 del mattino – prosegue Civello – ma poi si è sentita male ed è stato necessario l’immediato ricovero anche per lei. Adesso cercheremo di capire qualcosa in più a partire dal contesto familiare”. Lo scenario della tragedia sfiorata sarebbe infatti complesso. La donna viene descritta dai vicini come una persona molto riservata, che non parla quasi mai con chi abita nella zona. L’abitazione in cui è avvenuto il parto sarebbe inoltre stata trovata in scarse condizioni igienico-sanitarie.
“Anche la sorella – raccontano – è molto introversa, non la vediamo da tempo. Vivono col padre anziano non vedente da quando la moglie è morta, ma in realtà non si sa molto di loro”. Al piano terra della stessa palazzina c’è invece l’abitazione di un zio. Pure lui avrebbe detto agli agenti di non essere stato a conoscenza della gravidanza. Le indagini della polizia, coordinate dalla Procura di Termini Imerese, proseguono. Sul posto si è recata la Scientifica insieme al magistrato di turno.