Navi di migranti alla deriva| Tremila soccorsi, 800 a Palermo - Live Sicilia

Navi di migranti alla deriva| Tremila soccorsi, 800 a Palermo

A bordo delle 13-15 imbarcazioni alla deriva vicino alla Libia circa 3000 profughi salvati anche da navi tedesche. 800 i migranti giunti a Palermo al molo Puntone. Il sindaco Orlando: "Abolire il permesso di soggiorno".

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AGGIORNAMENTO

Accolti come sempre con panini, acqua e scarpe tutti gli 860 migranti (eritrei, siriani, etiopi e sudanesi) giunti alle 12 nel porto di Palermo a bordo della nave militare tedesca. Attiva subito come sempre la task force guidata dalla prefettura con Caritas, Crocerossa, Protezione Civile, Asp e Comune. Circa 400 andranno in strutture temporanee messe a disposizione dalla Caritas di Palermo e Monreale. In particolare, 150 andranno nel centro Santa Rosalia, altri 150 nella casa diocesana di Giacalone, 60 nel centro di Ciminna, 100 presso l’Opera Pia della Caritas di Monreale. Si tratta sempre di strutture dove potere lavarsi, cambiarsi e riposare per qualche giorno in attesa che le autorità dispongano il trasferimento in altri centri d’Italia. Tutti gli altri invece verranno direttamente trasferiti con i pulman rispettivamente in altre regini del nord Italia. Già da ieri sera oltre 30 sono stati finora i volontari impegnati tra i locali della chiesa del Santo Curato d’Ars di Falsomiele (postazione Caritas) che oggi dentro al porto per organizzare la macchina della solidarietà della Caritas.

Alle 5 di questa mattina è arrivato il pane per preparare oltre 900 pasti. Tra i volontari ci sono interi nuclei familiari come quello della famiglia Scarpaci di madre, padre e due figli. “Questa esperienza mi sta dando davvero molto – racconta Giacomo Scarpaci il capofamiglia di 60 anni -. Potere metterci al servizio di chi ha meno di noi ci fa stare bene e ci fa capire quanto bisogno c’è. I bambini sono quelli che mi emozionano di più. Ricordo nello scorso sbarco il volto molto espressivo un bimbo down di una famiglia numerosa africana. Anche le donne hanno uno sguardo da cui traspare non soltanto la stanchezza ma anche le condizioni disperate da cui provengono”.

“Continuiamo grazie ai nostri volontari – sottolinea p. Sergio Mattaliano, direttore della Caritas – che non si sono mai fermati. L’appello in queste ore va a tutte le parrocchie della diocesi affinchè possano mettersi in contatto con noi per portare anche altri volontari in modo da dare il cambio e sostituire, nei prossimi giorni e anche nei futuri sbarchi, i nostri volontari”.

Sono arrivati al porto di Palermo, al molo Puntone, a bordo della nave Hessen della Marina militare tedesca circa 800 migranti salvati, nei giorni scorsi, nel Canale di Sicilia. Sono 579 uomini, 191 donne e 99 minori. Saranno ospitati nei centri di accoglienza convenzionati con la prefettura di Palermo.

“L’ennesimo sbarco che è avvenuto oggi, oltre a confermare che Palermo è la città dell’accoglienza, è la prova che è sempre più urgente abolire il permesso di soggiorno, che è diventato un vero e proprio strumento di tortura. Noi non vogliamo essere considerati compici del genocidio in corso nel Mediterraneo. Ed è per questo motivo che domani sarò a Berlino, per rispondere all’invito ufficiale del Parlamento tedesco, il Bundestag, dove illustrerò il contenuto della Carta di Palermo, approvata nella nostra città nel marzo scorso, al termine del convegno internazionale ‘Io sono persona’. L’ho annunciato anche al comandante della nave Hessen, della Marina tedesca, Andreas Seidl, a cui ho donato una copia della Carta di Palermo, e che ho ringraziato, insieme al suo equipaggio, per aver tratto in salvo i migranti”.

È quanto ha affermato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che oggi ha assistito, al porto, insieme all’assessore alle Attività sociali, Agnese Ciulla, alle operazioni di sbarco dei migranti.

“Voglio ringraziare tutti coloro che lavorano alla prima accoglienza – ha aggiunto il primo cittadino – le forze dell’ordine, la Protezione civile del Comune, gli assistenti sociali, la Consulta delle culture, l’Asp, la Croce rossa italiana, la Caritas, l’Unhr, Save the Children, i volontari di diverse associazioni e tutti coloro che si prodigano con impegno, passione e professionalità, per dare la prima assistenza. Il problema subentra, purtroppo, dopo, con la seconda accoglienza. Riteniamo sia giunto il momento che la Comunità internazionale si mobiliti per l’abolizione del permesso di soggiorno – ha concluso Orlando – e cioè si attivi per abolire questo strumento di tortura che costituisce la nuova pena di morte e la nuova schiavitù”.

ROMA – In migliaia alla deriva sulla rotta dei disperati. Scatta l’ennesima giornata di emergenza al largo della Libia dove – secondo la Marina britannica – fino a 15 barconi, ciascuno con a bordo decine o centinaia di migranti, sono in queste ore in balia del mare. L’annuncio arriva dalla HMS Bulwark, l’unità della Royal Navy che il governo di David Cameron ha messo a disposizione di recente nell’ambito della missione europea Triton nel Mediterraneo.

E a bordo della quale c’è proprio oggi il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon. La Bulwark, come altre unità di Paesi Ue, Italia inclusa, sta facendo rotta verso la Libia “a tutta velocità” per i soccorsi, riporta SkyNews. Mentre altre fonti parlano di una serie di azioni di salvataggio contemporanee, più che di una singola maxi-operazione. Ma che siano state individuate una quindicina di carrette del mare con a bordo in totale circa 3000 persone lo conferma via twitter anche Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, che riferisce dell’intervento della Marina e della Guardia costiera italiane, fra le altre.

Mentre una fonte dell’intelligence di Londra citata dai media accredita la stima di “migliaia di migranti” in pericolo e rilancia l’allarme su possibili ulteriori partenze imminenti, indicando in almeno “mezzo milione” le persone radunate sulle coste libiche in attesa di nuovi imbarchi. Il capo del ‘settore centrale’ della Guardia costiera della Libia, colonnello Reda Issa, riferisce dal canto sua all’ANSA che unità militari italiane e tedesche hanno già portato a termine nelle ultime ore il salvataggio di oltre 200 persone. Intanto la Marina militare italiana è impegnata in un’ennesima azione di soccorso anche nel canale di Sicilia, dove la nave Driade ha avviato il recupero di 560 migranti, tra cui donne e bambini, a bordo di un’imbarcazione in difficoltà arrivata più vicino alle nostre coste, mentre la nave Vega ha tratto in salvo 316 persone. Dalla Bulwark, il ministro britannico Fallon invoca che anche “altre marine europee vengano nel Mediterraneo ad aiutare”.

“Dobbiamo condividere più informazioni di intelligence, capire chi è responsabile del traffico di esseri umani, come costoro facciano i quattrini e quindi spazzare via le organizzazioni criminali coinvolte”, insiste Fallon dai microfoni di Skynews, mettendo in guardia dal rischio che che l’ondata migratoria possa assumere una dimensione colossale “se l’Europa non si metterà d’accordo per affrontare il problema alla radice”.

Proprio Londra, d’altronde, si è già chiamata fuori da ogni ipotesi di ripartizione di quote di migranti. E lo stesso governo Cameron ha ripetutamente sottolineato che le persone salvate non saranno accolte in Gran Bretagna bensì sbarcate in Italia, in Grecia o in altri Paesi rivieraschi.

Nel primo pomeriggio arriveranno 650 migranti al porto di Palermo. Sono stati soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Ad accoglierli sarà la task force organizzata dal prefetto di Palermo Francesca Cannizzo. I migranti saranno ospitati nei centri di accoglienza di Palermo e provincia.

Sono 105 i migranti approdati a bordo di nave Fenicia nel porto di Pozzallo dopo essere stati salvati nel Canale di Sicilia da un barcone alla deriva. Tra di loro anche 16 donne e 7 minori; tutti sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza di Pozzallo. I sanitari in servizio hanno ricoverato due uomini per traumi e astenia in Ospedale a Ragusa, tre donne in gravidanza a Modica; rilevati anche alcuni casi di scabbia. Gli uomini dell’accoglienza e le organizzazioni umanitarie che operano a Pozzallo sono in stato di allerta perché nelle prossime ore sono previsti altri sbarchi per l’alto numero di migranti recuperati in mare e alla deriva con diversi barconi.

 



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