CATANIA – Il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione torna a Catania e brinda all’approvazione della legge di Stabilità avvenuta ieri in Senato. “Per la prima volta, abbiamo votato una finanziaria che punta tutta allo sviluppo e al futuro”, ha detto incontrando i giornalisti nella sede del distaccamento etneo dell’Ars. È soddisfatto il coordinatore regionale di Ncd in Sicilia, mettendo il cappello su di una manovra che – stando agli annunci – guarda con maggior favore “ai giovani, alle famiglie, ma soprattutto alla sicurezza”. E insiste Castiglione, che ormai preferisce parlare solo ed esclusivamente di Area popolare, il gruppo parlamentare nato dalla convergenza tra alfaniani e l’Udc: “Il nostro peso nel governo Renzi, più di altre volte, è palese. Lo dimostra la maggiore attenzione verso il Sud. Mi riferisco – spiega l’ex presidente della Provincia di Catania – al credito d’imposta, ovvero ai 600 milioni di euro di misure agevolate per le nostre imprese. Insomma, da ora ci sono più risorse per nuovi investimenti”.
Non solo Sud. Così Castiglione sottolinea ancora una volta il valore sicilianista della legge esitata ieri a Palazzo Madama: “Per quanto riguarda la nostra Isola, abbiamo destinato 20 milioni di euro per la continuità territoriale, ovvero per una migliore utilizzazione dei mezzi di trasporto, vista la crisi in atto in termini infrastrutturali”. Guardando al proprio settore di competenza nazionale, invece, il sottosegretario all’Agricoltura non ha dubbi: “Questa è la legge di stabilità più verde degli ultimi anni”.
Oltre ai proclami, per Castiglione si chiude un 2015 che ha riservato non poche fibrillazioni. Si va dalle inchieste sul Cara di Mineo, al voto di Bronte, che segna la fine di un ciclo politico per il gruppo Firrarello-Castiglione, ma anche l’avvicinamento di Area popolare nell’orbita del governo Crocetta. È tempo di bilanci, dunque: “La separazione dal Pdl è stata dolorosa – spiega – ma oggi siamo convinti di aver fatto bene. Il Paese riparte e c’è un Governo che guarda al Sud con 900 milioni di risorse erogate per la Sicilia”. E sul futuro di del governo regionale spiega: “Amministrativamente, al di là di alcune vicende, quest’anno va considerato come importante. Intanto c’è la nascita dell’inter-gruppo all’Ars di Ap, con 13 parlamentari, e sono sicuro che nel 2016 sarà un polo di attrazione politico. Al momento – chiarisce – restiamo fuori dal governo della Regione”.
Intanto verso Palermo parte un segnale in politichese tutto da codificare: “Vogliamo – conclude il sottosegretario – che il rigore nei conti vada avanti e che il tema delle riforme torni ad essere centrale nel dibattito regionale”. Si fa carico dell’ambasciata il deputato Ars Nino D’Asero, colonna storica della segreteria Firrarello-Castiglione: “In questo momento – dichiara – la Sicilia ha delle difficoltà concrete, è una zattera che rischia di affondare. Davanti a ciò, abbiamo pensato di dare un contributo sul tema delle riforme. Questo è un governo politico. I tecnici vanno bene per fare i consulenti dei politici. L’esperienza dei tecnici è stata fallimentare, c’è stata una scarsa capacità di risposta rispetto ai temi importanti da affrontare”.