Al boss Giuseppe Falsone, arrestato ieri a Marsiglia, sono stati sequestrati vari documenti e un personal computer. ”A Marsiglia Falsone si era stabilito in modo duraturo. Aveva preso documenti falsi e gestiva una serie di rapporti che ci fanno pensare a un’evoluzione dei latitanti che preferiscono andare stabilmente in altre localita’ italiane o internazionali”, ha detto il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. ”Il latitante che lascia il proprio territorio – ha spiegato – da una parte beneficia della lontananza dalla presenza massiccia di magistratura e forze dell’ordine, dall’altra però rinuncia a una serie di rapporti che ne permettevano la copertura e lo rendevano praticamente ‘invisibile”’. ”Abbiamo sequestrato nel covo di Falsone documenti e carte che daranno nuovo input alle indagini. Ci sono carte interessanti ed è stato trovato anche un computer che sarà analizzato” ha spiegato Raffaele Grassi, dirigente nazionale dello Sco. ”E’ probabile – ha detto il procuratore Vittorio Teresi – che sia stato anche il fiato sul collo delle forze dell’ordine a fare andar via Falsone. L’arresto dei suoi fiancheggiatori e di altri mafiosi presenti nel suo territorio potrebbe averlo indotto a cambiare aria”.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo