Neonato massacrato di botte | Condannati il padre e la madre - Live Sicilia

Neonato massacrato di botte | Condannati il padre e la madre

Foto d'archivio

Dieci anni per l'uomo, 4 anni e 8 mesi alla donna. Il piccolo ha subito danni permanenti.

Palermo - la sentenza
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PALERMO – Dieci anni per il padre e 4 anni e 8 mesi per la madre. Nessuno sconto per due genitori accusati di tentato omicidio. Il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello va oltre la richiesta del pubblico ministero Giorgia Spiri che per l’uomo aveva chiesto 10 anni di carcere. Aveva solo tre mesi quando il piccolo Maurizio (il nome è di fantasia) venne accompagnato dai genitori al Pronto soccorso dell’Ospedale dei bambini. Aveva la febbre alta e vomitava. Ecchimosi al volto e in altre parti del corpo. La Tac svelò la presenza di lesioni encefaliche, piccole raccolte di sangue nel cranio e diverse fratture alle costole e alla clavicola. Il piccolo non aveva la forza di reagire al dolore con Il pianto.

Una dottoressa dell’ospedale disse di avere visitato il bimbo un mese prima. Stava bene e non c’era alcun sintomo che potesse fare ricondurre i traumi a una malattia genetica. La drammatica ipotesi, a quel punto, era che fosse stato picchiato. Fu la madre a presentarsi spontaneamente dai carabinieri. Nutriva dubbi sul marito perché sempre e solo lui si occupava di addormentare il piccolo. Lo sentiva piangere e poi zittirsi all’improvviso. Era capitato che lo stesso marito le facesse notare delle ferite, dicendo però di non avere idea su quale potesse essere la causa. Infine la donna aggiunse che, nonostante i sospetti sul marito, aveva deciso di tacere. Sperava che con il tempo le cose cambiassero e temeva che, qualora lo avesse accusato, l’uomo sarebbe andato via di casa. Successivamente, però, quando giunse il momento di confermare le accuse in sede di interrogatorio la madre ritrattò. Non aveva mai detto quelle cose.

I periti della difesa ritengono che le lesioni siano state provocate da traumi durante il parto. Di avviso opposto i consulenti nominati dal giudice Nicola Aiello. Oggi la condanna. Il bimbo, affidato a una casa famiglia, ha una paralisi cerebrale e un ritardo mentale grave che non possono essere risolti. Danni permanenti, dunque. Il giudice ha stabilito che gli imputati dovranno risarcire il bimbo con 250mila euro ma sarà il tribunale civile a quantificare il danno definitivo.


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