Nizza, il cartello della droga | e il riciclaggio dei proventi - Live Sicilia

Nizza, il cartello della droga | e il riciclaggio dei proventi

A giugno i carabinieri hanno annientato il potere criminale e finanziario del latitante Andrea Nizza. I 33 indagati rischiano il processo.

INCHIESTA CARTHAGO
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CATANIA – E’ un periodo di riequilibrio quello della mafia catanese, schiacciata da un blitz dopo l’altro. Vuoti di potere che fanno venire fame ai “superstiti” della malavita, rimasti fuori dalle retate. A giugno i carabinieri del nucleo operativo hanno annientato il potere criminale e anche finanziario legato al nome del latitante Andrea Nizza, inserito dal Viminale tra i nomi dei ricercati più pericolosi. Sono stati 33 gli arresti del blitz Carthago, anche se alcuni destinatari dell’ordinanza erano già dietro le sbarre per altri procedimenti. L’inchiesta che porta il nome della grande città del Mediterraneo Cartagine coinvolge nomi che hanno un peso criminale indiscusso tra i palazzoni di Librino. I fiancheggiatori dei Nizza, i fratelli Caruana, gli Arena, i Marino, coinvolti anche in alcuni omicidi, così come i Celso. Famiglie che utilizzano la forza intimidatrice della mafia per controllare gli affari della droga, ma anche per diffondere un clima di terrore tra chi vive nella zona sud di Catania.

Terminata l’inchiesta ora si apre un nuovo capitolo giudiziario. La Procura ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio per pusher, vedette, nuove leve di Cosa nostra e anche presunti prestanome del latitante Andrea Nizza. Sono oltre 30 le persone che rischiano il processo, alcuni di loro sono già davanti ai giudici per altri procedimenti e altre accuse.

L’INCHIESTA – L’indagine prende le mosse dal maxi sequestro di armi a Librino del settembre 2014. Il pentito Davide Seminara indicò l’esatto nascondiglio di oltre 50 armi tra kalashnikov, pistole e fucili. E’ stato solo l’inizio di una serie di attività di intelligence che hanno portato a ricostruire gerarchie, affari e canali di investimento del denaro sporco proveniente dalla droga. Perché i Nizza, prima con Fabrizio e Daniele (fatti uomini d’onore nel 2008), e dopo con Andrea hanno letteralmente monopolizzato per anni il mercato nero dello stupefacente a Catania, in particolare a Librino e San Cristoforo.

Affari raccontati nel dettaglio anche da Fabrizio Nizza, entrato da due anni nel programma di collaborazione. Il pentito ha vuotato il sacco su quanto sapeva, incastrando anche i due fratelli, Daniele e Andrea.

Il gruppo dei Nizza, organico al clan dei Santapaola, sarebbe riuscito a creare un cartello della droga con piazze di spaccio a Librino, San Giovanni Galermo e San Cristoforo. La droga avrebbe garantito cospicui flussi di denaro in contanti, che sarebbero stati utilizzati per investimenti economici e finanziari. Il turn over stimato dalla Procura è di 80 mila euro al giorno. Oltre alle zone di vendita dello stupefacente gestite direttamente dal clan Nizza, gli inquirenti sono riusciti a disarticolare tre piazze di spaccio, rifornite sempre dal latitante. Una gestita dai fratelli Arena a viale San Teodoro, la seconda da Dario e Giovanni Caruana insieme a Giuseppe Nicolosi al viale Grimaldi, la terza gestita dalla famiglia Marino al viale Librino.

“IL BANCHIERE DI NIZZA” – Una delle figure che spiccano nell’inchiesta è quella di Salvatore Fonte, figlio della “regina dello street food” catanese, la ‘za Rosa. Salvatore Fonte sarebbe stato – secondo le ricostruzioni degli inquirenti – la “banca di Andrea Nizza”. Sarebbe stato quello, insomma, che riciclava il denaro proveniente dal traffico di stupefacenti del boss di Librino. Da venditore di panini dunque a “lavatrice” del denaro sporco del santapaoliano. Per usare le parole del pentito Salvatore Cristaudo sarebbe il “prestanome” del latitante. Ci sono almeno tre collaboratori di giustizia che incastrano Turi u figghiu da ‘za Rosa: dichiarazioni che hanno avuto un riscontro investigativo dalle intercettazioni e dai sequestri di denaro. Ci sono diversi elementi che provano il legame tra Fonte e i Nizza. Davide Seminara, ex autista del latitante e collaboratore di giustizia, racconta di aver consegnato personalmente 20.000 euro al figlio della ‘Za Rosa. Fonte avrebbe “custodito i soldi di Fabrizio, e investito invece quelli di Andrea”.

I NOMI – Maurizio Arena, Simone Arena, Salvatore Auteri, Giovanni Edoardo Caruana, Antonio Cocuzza, Lorenzo Costanzo, Salvatore Fonte, Giuseppe Nicolosi, Francesco Pirrello, Sam Salvatore Privitera, Marco Antonio Romeo, Filippo Scordino, Carmelo Sessa, Agatino Torrisi, Andrea Venturino, Marcello Venturino, Orazio Ursino, Raffaele Marino, Massimiliano Arena, Dario Caruana, Giovanni Catalano, Davide Celso, Michele Celso, Eros Salvatore Condorelli, Mario Costa Cardone, Agatino Cristaudo, Martino Cristaudo, Alessio Marino, Gaetano Marino, Carmelo Migliorino, Giovanni Privitera, Danilo Scordino, Carmelo Sottile.

 


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