PALERMO – Il fascicolo sulle nomine nella sanità siciliana si arricchisce di un nuovo capitolo. Se davvero Renato Li Donni, direttore generale del Policlinico, avesse commesso un falso e se davvero il falso avesse agevolato la nomina di Giovanni Migliore all’ospedale Civico di Palermo, allora la vicenda potrebbe inquadrarsi in un più ampio contesto investigativo. E cioè quello sulle presunte interferenze e pressioni politiche nelle nomine di manager e direttori della sanità.
Una prima parte delle indagini è sfociata nel rinvio a giudizio, tra gli altri, dell’ex manager dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Giacomo Sampieri e dell’ex primario di Chirurgia plastica, Matteo Tutino. I reati contestati vanno dal peculato alla truffa, dall’abuso d’ufficio alla calunnia (per il solo Tutino). Mentre i carabinieri del Nucleo anti sofisticazione ascoltavano le conversazioni fra gli indagati si sono imbattuti in alcuni dialoghi confluiti in un’informativa consegnata al procuratore aggiunto Leonardo Agueci e al sostituto Luca Battinieri.
Il 23 marzo 2014, Matteo Tutino e Giacomo Sampieri discutevano al telefono di nomi e incarichi, quarantotto ore prima che i due venissero raggiunti da un avviso di garanzia. “Brucaletta domani te lo faccio conoscere ti darà pure lui sensazioni molto positive – diceva Sampieri – …. questi due sono per Agrigento…. e per Trapani… sono due”. “No… li facciamo scegliere a lui”, spiegava Tutino, che aggiungeva: “… io stavo pensando Brugaletta a Messina”. Un mese dopo il governo Crocetta avrebbe nominato Salvatore Brugaletta anche se all’Asp di Siracusa.
Poi parlavano di Giovanni: “… lo portiamo anche a Trapani per carità”, suggeriva Sampieri. Tutino aveva un’idea migliore: “… al Civico ancora meglio… perché quella sarebbe il ciclo suo… anche perché averla al Civico significa ci pigliamo pure il Policlinico…”. Il primo giorno di aprile 2014 Crocetta scelse Giovanni Migliore per guidare la più grande azienda ospedaliera del meridione d’Italia.
Quindi Sampieri parlava di un altro incarico: “… e se la cosa su su Enna deve andare in porto in quella maniera… tu glielo spieghi per quale motivo deve andare in porto in quella maniera… e la dottoressa Faraoni va ad aiutare il dottore Noto”. “Totò farà l’inferno per averla a Palermo però”, si preoccupava Tutino. Sampieri non era d’accordo: “Noo Palermo gioia mia… non è possibile gioia mia significa non abbiamo concluso niente… comunque hai visto Muscarnera che basta una telefonata e corre… ti ripeto l’ Asp di Agrigento e l’Asp di di Trapani sono fondamentali”.
Calogero Muscarnera è l’uomo che la giunta Crocetta avrebbe piazzato all’Asp di Enna. Un incarico revocato perché Muscarnera non aveva i titoli necessari per ricoprirlo. Inizialmente, però, Tutino e Sampieri gli avevano comunicato la loro idea di piazzarlo al Civico di Palermo e ne avevano pure parlato, così dicevano al telefono, con Salvatore Totò Cardinale. “Ma anche quella di Messina vidi cà”, lo correggeva Tutino che sembrava avere le idee chiare: “Brucaletta lo portiamo a Messina”. “E io personalmente insisterei tanto per Lucio Ficarra (Salvatore Lucio Ficarra poi nominato, sempre nell’aprile 2014, all’Asp di Agrigento ndr)… come si chiama Totò Ficarra ad Agrigento all’Asp di Agrigento”, aggiungeva Sampieri, mentre Tutino si rammaricava che “… l’hanno chiuso a Catania”.
Sampieri non era preoccupato: “… ma che te ne fotte del Cannizzaro di Catania”. “Minchia me ne fotte”, insisteva Tutino. E il suo commissario puntualizzava: “… che te ne fotte strategicamente Agrigento è un posto dove ci sono… c’è da fare decine di migliaia di voti… al Cannizzaro che minchia fai me lo spieghi che minchia va a fare al Cannizzaro… a Palermo ci sono io e mi muovo a Palermo e non è un problema… cioè dentro la Asp conosco quasi tutti ma io vorrei capire al Cannizzaro a Catania che cazzo va a fare quando c’è un territorio come quello di Agrigento che è sterminato e il territorio di Agrigento non è che gli possiamo lasciare campo libero ad Angelino Alfano che è di Agrigento… le Asp sono molto molto più importanti delle aziende ospedaliere Matteo molto di più noi abbiamo la visione dell’azienda ospedaliera ma la manciugghia che c’è dentro le Asp dieci volte superiore.. qua abbiamo dei ruba galline… all’interno delle Asp ci sono i ladri giusti…”.
Il 23 marzo 2014 Tutino spiegava a Sampieri: “… Sono con Giovanni e stiamo vedendo la lista… domani sera devo essere dal presidente cominciamo a mettere un po’ di nomi infatti volevo se ti è possibile se tu puoi venire ed esaminiamo alcuni nomi insieme a Giovanni”. “Però una cosa Matteo – Sampieri spiegava al chirurgo plastico – ricordati che la lista c’è quella fatta da da Lucia… Lucia ce l’ha già…”. Tutino: “… sì ma se domani vuole cioè che gli apre cioè che t’ha diri”. Sampieri sembrava avere capito le parole di Tutino, nonostante apparirebbero criptiche: “… fai una cosa bello mio comincia a chiamare Muscarnera e gli dici di arricamparsi”. Sarebbe stato poi Sampieri a chiamare Muscarnera. Si dovevano vedere “fra un’oretta a casa di Matteo assieme a Giovanni Migliore per esaminare tutti insieme i nominativi della lista perché il presidente vuole sapere qualcosa da parte loro e quindi è giusto che ci sia anche lui”.
Il 25 marzo, in vista delle nomine, nel giorno in cui Tutino e Sampieri ricevevano l’avviso di garanzia della Procura della Repubblica, il chirurgo chiamava un collaboratore di Crocetta “perché lui mi ha detto che domani gli devo portare la lista dei pretoriani del presidente… gli parlerò di ognuno con il curriculum in modo molto… sono fedelissimi”.
Sarebbe stato, dunque, il governatore Rosario Crocetta l’uomo a cui andava consegnata la lista delle persone da nominare dopo essere state selezionate da Tutino e Sampieri. Si trattava di parole in libertà? L’avvenuta nomina di alcuni manager citati nelle intercettazioni fu una casualità? I pm hanno delegato i carabinieri del Nas per prelevare e studiare una copiosa documentazione. L’inchiesta non è ancora chiusa. Ed oggi vi finisce dentro l’avviso di garanzia: Renato Li Donni, direttore generale del Policlinico, avrebbe dichiarato falsamente che Giovanni Migliore aveva guidato una struttura complessa.