Nomine, sempre nomine| L'ultimo azzardo di Crocetta - Live Sicilia

Nomine, sempre nomine| L’ultimo azzardo di Crocetta

L'ultimo incarico del governatore riguarda il suo avvocato personale. Vincenzo Lo Re, che difende il presidente in una quindicina di cause, è il nuovo presidente della Società patrimonio immobiliare. Le prime critiche: "Confusione tra soldi pubblici e incarichi privati". Il legale: "E' una nomina fiduciaria. Se qualcuno getta ombre, lo querelo". La nota dell'avvocato: "Ho lasciato il Ciem solo perchè serviva un liquidatore a tempo pieno".

PALERMO – Ha scelto il suo avvocato personale per guidare una delle più importanti società partecipate dalla Regione. È questo l’ultimo azzardo di Rosario Crocetta. Nelle ore in cui la Sicilia va a fondo e incassa, su ogni norma, le bocciature dello Stato, il governatore si dedica all’attività che in questi tre anni ha contraddistinto più di ogni altra la legislatura: nomine, solo nomine, sempre nomine.

Le prossime probabilmente arriveranno presto. Il presidente della Regione infatti si prepara ad azzerare nuovamente la giunta di governo e a chiamare nuovi assessori. Che potrebbero concorrere a toccare la cifra-record di 50 avvicendamenti in meno di tre anni di governo.

Intanto, tra una cosa e l’altra il presidente della Regione ha scelto il nuovo presidente di Sicilia patrimonio immobiliare. Una società partecipata finita spesso tra le polemiche anche a causa di un censimento milionario sul quale si sono addensati in passato molti dubbi. E rimasta senza presidente dopo le dimissioni di Rino Giglione. Un addio che, pare, sia legato anche all’ultima circolare della Ragioneria generale con la quale si è chiesto di sospendere i compensi aggiuntivi, e di avviare il recupero di quelli percepiti in passato, dei dirigenti regionali.

E il governatore, nonostante i tempi di magra, ha deciso di non rivolgersi a un dirigente interno (come era Giglione), la cui attività al vertice della società sarebbe stata gratuita. Il nuovo presidente di Spi è (o meglio, sarà, visto che la nomina non ha ancora i crismi dell’ufficialità) Vincenzo Lo Re. Avvocato che difende il presidente della Regione in quindici cause. Tutte per diffamazione, comprese quelle che riguardano alcuni deputati regionali come Riccardo Savona, che denunciò Crocetta dopo le dichiarazioni del governatore a una convention del Pdr. In quell’occasione il presidente, di fatto, invitò il parlamentare a uscire dalla sala a causa di alcune vecchie intercettazioni con un imprenditore dell’Eolico considerato vicino al latitante Messina Denaro. Savona per quella vicenda non subì né un avviso di garanzia né tantomeno un rinvio a giudizio. Lo Re, poi, segue Crocetta anche nella querelle legata alla famosa “intercettazione-fantasma” rivelata dal settimanale L’Espresso. Un presunto dialogo tra il governatore e il suo primario in occasione del quale sarebbero state espresse frasi molto dure nei confronti di Lucia Borsellino. L’esistenza stessa di quel dialogo è stata smentita dalle Procure.

Adesso Lo Re dovrà occuparsi, tra le tante cause, anche di una società delicatissima, che ha il compito di censire e valorizzare il patrimonio immobiliare siciliano. E c’è già chi attacca: “Una scelta quantomeno inopportuna”. “Non capisco per quale motivo – replica il legale – visto che non riesco a scorgere alcun profilo di incompatibilità. Io difendo Crocetta fin dal 2005, quando lui era sindaco di Gela. Mi considera una persona di fiducia e per questo motivo ha deciso di attribuirmi un incarico che ha, appunto, un carattere fiduciario. Evidentemente – aggiunge Lo Re – mi considera una persona onesta a tal punto da attribuirmi un ruolo così delicato”. Un rapporto, però, quello tra gli incarichi “privati” dell’avvocato e quelli pubblici conferiti sempre dal governatore, che ha già scatenato alcune forti prese di posizione. È il caso della dichiarazione congiunta di parlamentari nazionali e regionali di Forza Italia Francesco Scoma e Riccardo Savona: “Non arretra di un millimetro – hanno detto – l’arroganza e la ‘bramosia di conquista’ del presidente della Regione giunto al punto di designare quale nuovo presidente della Spi il proprio avvocato di fiducia, il professionista Vincenzo Lo Re. Lo stesso che difende il governatore in diversi procedimenti giudiziari, sia in sede civile che penale, contro parlamentari e dirigenti della Regione.

Pur non volendo entrare nel merito sugli indubbi titoli curricolari dell’avvocato Lo Re, riteniamo oltremodo grave ed inopportuno il conflitto di interessi che si paleserebbe con la nomina in questione: sarebbe come pagare con fondi pubblici parcelle private. Un atto, come dire, poco ‘rivoluzionario'”.

Una lettura che ovviamente non piace all’avvocato: “Le parcelle per la mia attività di legale del governatore sono facilmente dimostrabili. Sfido chiunque a dire che con il compenso di Spi Crocetta possa pagare la mia attività di avvocato. Chi lo fa, si prepari a rispondere a una querela”. L’avvocato, del resto, si dice sorpreso per queste critiche: “Non capisco come mai – dice infatti – nessuno abbia detto nulla circa un anno fa, quando Crocetta mi nominò liquidatore della società Ciem. Forse perché quando arrivai lì – ricorda – mi dimisi dopo tre giorni, appena mi accorsi che non avrei potuto erogare stipendi a dipendenti che avevano ricevuto promozioni illegittime. E lo stesso farò in Spi. Ringrazio il presidente, accetto l’incarico col beneficio dell’inventario, se ciò sarà compatibile con i miei impegni personali e professionali – ha concluso Lo Re – allora guiderò la società”.

*Aggiornamento ore 18.34 del 21/10
“Nel corso della cortese conversazione telefonica intercorsa con Sabella non ho mai detto di essermi dimesso dalla carica di liquidatore della CIEM ‘appena mi accorsi che non avrei potuto erogare stipendi a dipendenti che avevano ricevuto promozioni illegittime'”. Questa la precisazione di Lo Re. “In realtà l’ufficio regionale di controllo delle partecipate mi disse che prima di erogare gli stipendi del mese avrei dovuto controllare se dal 2011 (se ben ricordo) in poi i dipendenti del CIEM avessero ricevuto da chi mi aveva preceduto aumenti di stipendio in violazione di una determina della giunta regionale che bloccava gli importi.Poichè il controllo era particolarmente impegnativo,necessitava di parecchie ore di lavoro e non era mia intenzione bloccare gli stipendi a personale che legittimamente attendeva la busta paga,rinunciai all’incarico sollecitando la nomina di un liquidatore che potesse dedicarsi al CIEM quasi a tempo pieno.Desidero inoltre precisare che il ricorso ad un “esterno” all’amministrazione regionale è reso necessario da un parere dell’autorità nazionale anticorruzione, che ha sancito l’incompatibilità tra il ruolo di dirigente regionale e quello di presidente del consiglio di gestione della SPI” .

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