"Non credo a sondaggi farlocchi |La nostra forza? Micari e le liste" - Live Sicilia

“Non credo a sondaggi farlocchi |La nostra forza? Micari e le liste”

Intervista a Davide Faraone. “Gli altri competitor hanno già perso. Renzi e Gentiloni verranno in Sicilia".

PALERMO – Davide Faraone mostra ottimismo, non crede ai sondaggi del centrodestra e pensa che Fabrizio Micari sia il “valore aggiunto” della coalizione. Mentre il segretario Fausto Raciti tenta di trovare la quadra con Rosario Crocetta, che sembra ormai vicina, il sottosegretario renziano sprona le truppe del centrosinistra, dichiarando di non credere a un centrodestra favorito. “La realtà dei sondaggi che abbiamo noi vede le tre formazioni politiche in una condizione pressapoco equivalente. Ma noi abbiamo qualcosa in più che i sondaggi fin qui non hanno testato: le liste, con candidati fortissimi sui territori. Abbiamo un grande schieramento di sindaci e parlamentari. E poi il valore aggiunto della candidatura, la vera novità di queste elezioni”.

Secondo lei la candidatura di Micari è un punto di forza? Sa che c’è chi teme che possa essere invece una debolezza, vista la sua assoluta novità.

“Gli altri competitor sono dei deja vu, che si sono già candidati e hanno già perso. La forza di Micari è invece in quello che trasmette. L’idea di aver scelto una candidatura che ha parla ai giovani, al mondo delle università, è vincente. E io penso che vinceremo”.

In soli due mesi dovete far conoscere il rettore ai siciliani. Non sarà facile.

“Io credo che questo possa essere un valore aggiunto. Musumeci è la terza volta che si candida come governatore. Il modello dei 5 Stelle dove è stato provato è stato perdente. Noi invece abbiamo puntato una personalità della società civile con un modello politico vincente già sperimentato a Palermo, che abbiamo esportato. E che come coalizione potremo esportare anche a livello nazionale”.

Orfini però oggi ha detto che il patto con Alfano e i moderati è solo locale e non ha valenza nazionale.

“A me queste alchimie non interessano particolarmente. Sono sottosegretario del ministro Lorenzin, ho avuto modo di collaborare con loro giorno per giorno. Credo che dobbiamo presentare progetti di governo che siano figli della naturalezza di fare le cose insieme. In questi anni con loro abbiamo lavorato bene”.

C’è un problema non ancora risolto e si chiama Crocetta.

“Conoscete gli scontri che ho avuto in questi anni con Crocetta. L’appello che faccio a lui, ma anche a Mdp a SI, è che noi non possiamo permetterci di dividere il fronte di centrosinistra. Il centrodestra si schiaccia su Salvini e Meloni, relegando Forza Italia e i moderati a un ruolo di secondo piano. Noi dobbiamo contrapporci con un modello vincente”.

Crocetta potrebbe presentare una sua lista?

“Le modalità dello stare insieme le troviamo. Riscontro una grandissima disponibilità di amministratori e cittadini a candidarsi nelle nostre liste. Dovremo costruire più contenitori”.

Orlando con la sua lista vi può “saccheggiare” un po di sindaci?

“Sto vivendo questa esperienza senza guardare i contenitori. Certo, ci tengo che il Pd abbia una forte affermazione, ma soprattutto tengo che sia forte la coalizione che presentiamo. Spesso hanno accusato Renzi di pensare solo al Pd, mentre lui in Sicilia ha messo da parte il proprio patrimonio di partito in nome di un progetto collettivo. Per questo a maggior ragione non si capisce la scelta di Mdp e di SI”.

Ma non è che Renzi con le sue recenti dichiarazioni si è sfilato dalla partita?

“No, è stata data un’interpretazione sbagliata. Renzi ha detto semplicemente che queste sono elezioni regionali. E tra l’altro credo che l’affermare di essere autonomisti e poi dare una lettura nazionale del voto sarebbe un errore. Ma Renzi verrà in Sicilia già questo fine settimana a presentare il libro. E poi tornerà nelle prossime settimane. Verrà Gentiloni, verranno il ministro all’Agricoltura e alle Infrastrutture”.

Lei come mai ha cambiato idea sulle primarie?

“Le stesse cose proposte e fatte in tempi diversi non hanno lo stesso significato. Io il giorno dopo la vittoria alle amministrative chiesi le primarie la prima settimana di luglio. Allora registrai freddezze diffuse. Se riproponi lo stesso schema a settembre non funziona. Oggi pensare di fare primarie è una follia, non ci sono i tempi. La nostra è una classe dirigente che si è formata sulle primarie. E lezioni su primarie e democrazia non ne possiamo accettare da nessuno”.

Non la preoccupa il silenzio di Alfano che non si è ancora pronunciato su Micari?

“Giustamente stanno aspettando che si compia il percorso nel partito di maggioranza. Presto ci sarà la direzione regionale del Pd. Dovremmo essere vicini”.

Poi si va avanti su Micari con o senza Crocetta?

“Penso che alla fine l’intesa con Crocetta si trovi. E credo che sia giusto portarla avanti. Nonostante continuo a essere convinto che il nuovo governo della Regione debba alimentare elementi chiave di discontinuità”.

I bersaniani ormai hanno puntato su Claudio Fava. Non c’èra modo di evitare questa rottura?

“Mi dispiace perché la loro mi sembrerebbe una scelta che non ha nulla a che fare con la Sicilia. Già stiamo governando insieme a Palermo, a Potenza, che è la città di Roberto Speranza, stiamo governando insieme il Paese”.

Ha visto la reunion del centrodestra siciliano dell’altro giorno? Se pensa a come era ridotto il centrodestra nell’isola quattro anni fa, non si rimprovera di come il Pd in certo senso lo abbia resuscitato?

“Per manifestare la loro forza devono fare dei sondaggi commissionati da loro stessi e con numeri farlocchi girare le redazioni. Abbiamo visto sempre le stesse facce che tendono a tenere in ostaggio la candidatura di Musumeci. Non mi fanno per nulla paura, né loro né i 5 Stelle”.


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