Il gip di Agribento Alessandra Vella si pronuncerà domani con ordinanza sulla vicenda della Sea Watch. L’udienza di convalida dell’arresto della “capitana” Carola Rackete è durata circa tre ore. La trentunenne tedesca rimane, intanto, agli arresti domiciliari in un’abitazione privata di Agrigento. La misura richiesta è il divieto di dimora nella provincia di Agrigento.
“Credevo che la motovedetta si spostasse, non volevo colpirli”, ha detto, durante l’interrogatorio, il comandante della Sea Watch 3. L’aula 9 del tribunale di Agrigento era presidiata dalle forze dell’ordine e non c’è alcun problema d’ordine pubblico. L’interrogatorio, durante il quale la tedesca è stata assistita dagli avvocati Alessandro Gamberini e Leonardo Marino, si è a lungo soffermato sull’aspetto dello stato d’emergenza che avrebbe spinto la comandante della Sea Watch ad attraccare in porto senza autorizzazione. A questo riguardo gli avvocati hanno presentato delle indagini difensive con la testimonianza di un medico di bordo che conferma quanto raccontato da Rackete, ossia lo stato di profonda prostrazione dei migranti a bordo.
Di diverso avviso la procura: “Non è stata un’azione necessitata. Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità”. Così il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, durante la conferenza stampa tenuta a margine dell’udienza di convalida. Il procuratore ha detto che l’indagata è stata “collaborativa e precisa”. La difesa contesta anche la qualificazione di “nave da guerra” per la motovedetta della finanza coinvolta in quello che la comandante sostiene sia stato un incidente e che per la procura è stato invece un atto voluto.
Resta separato il fascicolo relativo al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per quelle accuse Carola sarà nuovamente interrogata il 9 luglio.
Uno striscione con la scritta “Standing by your side Carola” (Siamo al tuo fianco Carola, ispirato a una canzone di Celine Dion) è stato affisso all’ingresso del tribunale da alcuni agrigentini. “Penso che l’ignoranza vada gestita e la gente vada educata – ha detto Angelo Concilio, uno dei cittadini che si trova davanti al Tribunale – Se c’è questo clima, probabilmente, c’è un fallimento da parte delle nostre istituzioni sull’educazione, sulla cultura dell’accoglienza. Capisco che i problemi sono tanti, che lavoro non ce n’è per nessuno – ha aggiunto – ma non si fa leva sull’emotività di un popolo per alimentare disparità razziale”.
“Mediterranea Saving Human, Sea Watch, Open Arms siamo una grande flotta di assistenza e umanità nel Mediterraneo che cerca di tutelare i diritti e la dignità delle persone. Siamo tutti insieme, per noi è come se ci fosse il nostro capitano sotto interrogatorio”. Così Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Human, davanti al tribunale di Agrigento. “Anche noi abbiamo due capitani indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina semplicemente perché anche loro, come Carola, hanno fatto non solo quello che era giusto ma anche quello che il diritto prevedeva. Ogni volta che salvano e portano in porto le persone – ha spiegato – è semplicemente obbedire all’etica ma al diritto internazionale che questo prevede. Nel mondo capovolto siamo diventati l’obiettivo politico da colpire forse perché riusciamo a far vedere che esiste una possibilità di costruire società basate sulla solidarietà, sul rispetto dei diritti, sulla convivenza civile”.
Intanto il ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia: “Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi. Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto. In ogni caso, siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca”.