CATANIA – “L’aggressione di due settimane fa, è solo il pretesto per tornare a discutere di Librino, ma per farlo in modo nuovo, partendo da ciò che può essere realizzato”. Il presidente della quinta commissione consiliare permanente ai Lavori Pubblici, Niccolò Notarbartolo, spiega a LivesiciliaCatania le motivazioni che lo hanno spinto a organizzare, per tre volte nella stessa settimana, incontri tematici sul quartiere divenuto simbolo di degrado e delinquenza e tornato sotto i riflettori in seguito all’atto di violenza contro il collaboratore de I Siciliani giovani, Luciano Bruno. Si inizierà domattina, con una prima riunione a Palazzo degli Elefanti, durante la quale cui i componenti della Commissione discuteranno con i tecnici comunali e con gli assessori competenti, di alcuni progetti per riqualificare il rione, annunciati più volte ma mai portati a termine. In particolare, stamattina, si discuterà di Villa Fazio, mentre giovedì sarà la volta del Palazzo di Cemento e infine, sabato, sarà organizzato un sopralluogo nel quartiere per toccare con mano le problematiche.
Consigliere, perché questa serie di incontri e perché adesso?
In realtà, sin da subito, come commissione abbiamo iniziato a programmare incontri specifici per analizzare alcune problematiche della città, con particolare attenzione a tutto quello che non è compiuto, che è rimasto interrotto, a Librino come in altre parti della città. Ovviamente, quanto capitato a Luciano Bruno non poteva non spingerci a iniziare dal quartiere della periferia catanese, ma è da mesi che cerchiamo di capire e di programmare possibili iniziative che possano essere intraprese per risollevare la città satellite.
Che idea si è fatta del quartiere e dei suoi abitanti?
Ci sono molte associazioni che lavorano sul territorio e che, nel tempo, hanno elaborato e presentato proposte, il che testimonia come vi sia una partecipazione popolare tesa a cercare di trovare una via di riscatto per un’area che non è così problematica come spesso la si dipinge. Librino troppo spesso viene raccontato come una zona franca della legalità, ma voglio sottolineare che il quartiere non corrisponde solo al Palazzo di Cemento e che, al contrario, ci sono varie realtà profondamente diverse, famiglie per bene che vorrebbero dare un’immagine differente del quartiere nel quale vivono.
Quali errori pensa siano stati fatti in passato e come pensa si possa rimediare?
Troppo spesso le amministrazioni sono state poco attente per quanto riguarda Librino e altrettanto spesso hanno avuto memoria corta per quel che riguarda le esperienze positive che hanno avuto come protagonista proprio il quartiere cittadino. Oggi, c’è la possibilità di portare avanti alcune azioni concrete. Per questo, come commissione, abbiamo stabilito, piuttosto che affrontare tutte le questioni aperte in modo generale, di partire proprio da alcuni interventi che possano essere fatti, che non è complesso fare e che, una volta realizzati, possano dare un segnale concreto per migliorare la situazione nel quartiere. Primo fra tutti, la riqualificazione di Villa Fazio.
Di cui parlerete domattina.
Nel corso del primo incontro, affronteremo proprio questo argomento, ascoltando il direttore dei Servizi sociali, Corrado Persico, il direttore dei lavori e il Rup del progetto di riqualificazione che è stato finanziato e che dà la possibilità all’amministrazione comunale di recuperare l’immobile e destinarlo alle sue funzioni di centro di aggregazione, così come è stato in passato. Non bisogna dimenticare infatti che, precedentemente, Villa Fazio era un posto vivo frequentato da centinaia di ragazzi del quartiere. La decisione di revocare la concessione e il successivo abbandono hanno reso la villa quello che adesso è: non solo luogo degradato, ma oggetto delle attenzioni di vandali e di malintenzionati, che lo hanno danneggiato irrimediabilmente. Oggi, con i finanziamenti a disposizione, si può ristrutturare ma questo, da solo, non basta. Serve anche dargli uno scopo, riempirlo di vita così come era in passato. Questo è un gesto che potrebbe essere particolarmente significativo per un quartiere come Librino.
Quali iniziative pensate di avviare relativamente, invece, al Palazzo di Cemento?
Qui si respira un clima di illegalità che l’assenza delle istituzioni contribuisce a mantenere. Sappiamo che c’è anche qui un finanziamento per la ristrutturazione, ma dobbiamo vedere le carte per capire come stiano le cose. Solo dopo andremo a fare il sopralluogo.
Insomma, cambia il metodo?
L’idea è diversa dal passato. Le passerelle fine a se stesse non servono a nulla. Non vogliamo più discutere di tutto per non portare avanti nulla, ma concentrarci sulle cose che possono essere completate, cercando di dare risposte e tempistiche certe. Vogliamo che da questi incontri venga fuori un indirizzo politico chiaro che poi si concretizzi in una serie di interventi. Affrontare tutto, spesso, significa non portare a casa nulla.