PALERMO – Un elenco lungo come un poema epico. Di quell’epicità che non racconta eroismi mitici ma la quotidianità di chi è morto facendo semplicemente il proprio dovere o testimoniando il proprio impegno contro tutte le mafie. È un impressionante e interminabile elenco quello riecheggiato oggi tra le pareti di Sala delle Lapidi, a Palazzo delle Aquile, dove nel pomeriggio si è tenuto l’ultimo degli eventi di questo 21 marzo, primo giorno di primavera nonché 18ma edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
Una celebrazione promossa da “Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e da “Avviso Pubblico” con il patrocinio della Presidenza della Repubblica e portata dentro il palazzo di città da Amministrazione e Consiglio comunale. La giornata era iniziata stamattina con la manifestazione “Piantiamola!”, che ha coinvolto rappresentanti delle associazioni e alunni delle scuole cittadine, che hanno piantato degli alberi lungo il viale di Parco Uditore “in memoria delle vittime delle mafie, del terrorismo e delle ingiustizie”.
E stamattina, come oggi pomeriggio, non ha fatto mancare la sua presenza il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, che alle 18, davanti a una Sala delle Lapidi affollata come non mai di famiglie e semplici cittadini, ha salutato i presenti ricordando che “la mafia è una peste. Per questo la memoria è fondamentale, altrimenti le sue vittime le uccidiamo una seconda volta: con il silenzio, la rassegnazione e la diffidenza. Non lasciamoli soli, dietro ogni nome c’è un volto, c’è una vita, c’è una famiglia che va avanti e resiste. Perché chi non ricorda non vive. E per questo che è importante ricordarle, raccontarle e far si che il racconto rimanga, a testimonianza della loro vita, del loro esempio. Ma ricordare non basta – ha concluso il presbitero –, perché concorrono in modo decisivo le scelte quotidiane di ognuno di noi”.
Dopo le parole di don Ciotti il sindaco Leoluca Orlando, gli assessori comunali e i parenti delle vittime hanno scandito ad alta voce nomi e cognomi delle persone cadute sotto i colpi di tutte le mafie, da Cosa Nostra alla ‘ndrangheta, dalla camorra alle mafie internazionali. Un ricordo è stato dedicato anche a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, assassinati a Mogadiscio, e ad Anna Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa a Mosca ormai sette anni fa. Ben 900 i nomi pronunciati, tra semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali. Applausi e qualche lacrima quando sono stati nominati i volti più noti della lotta alla mafia, da Rizzotto a Mancuso, da Dalla Chiesa a Pippo Fava, da La Torre a Impastato, per finire con Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e le loro scorte.
E dopo l’ultimo nome il pubblico è scattato in piedi per una vera e proprio standing ovation durata diversi minuti. “Grazie a Libera e a Don Ciotti. Grazie a chi opera qui in Sicilia per contrastare la criminalità – ha concluso il consigliere Francesco Bertolino –. Porteremo sempre con noi la memoria di tutte queste vittime”. E allo stesso Bertolino e dal consigliere Juan Diego Catalano è arrivata la proposta di inserire la “Giornata delle vittime della mafia” all’interno dello statuto comunale.