PALERMO – Rivendica di essere l’unico candidato presidente del 2022, che oggi siede ancora tra i banchi dell’opposizione. Nuccio Di Paola è il coordinatore regionale del M5s, protagonista all’Ars della ‘battaglia’ contro l’approvazione della manovra ter e non solo. Ecco le priorità del partito di Giuseppe Conte in Sicilia, la strategia per governare la Regione e il percorso dell’opposizione. “Senza primarie”. L’intervista.
Si sta concludendo un’estate calda per gli esponenti dell’Ars, Qual è il suo bilancio?
“Ci siamo lasciati con l’ultima variazione di bilancio in cui la maggioranza si è sgretolata completamente. Questi giorni sono serviti per cercare di tracciare un percorso di visione per la Sicilia, considerando che il centrodestra è imploso”.
Partiamo dalla ripresa del 9 settembre, si parla di una ‘manovra quater’
“Ormai il governo Schifani ci ha abituati alla suddivisione dei fondi regionali in tante manovrine. Abbiamo negli anni approvato le norme spezzettate di questo governo, che non trattengono i siciliani in Sicilia”.
Quali sono le priorità?
“Non ci sono investimenti sul lavoro, quello degli under 30 e sul sistema della sanità, dove c’è uno scontro anche in Forza Italia. Il sistema non funziona più. Penso alla mancanza di fondi per la lotta agli incendi e, al di là dei proclami, la Sicilia continua a bruciare in ogni estate, noi perdiamo ettari ed ettari di vegetazione. È inutile che Sammartino e Schifani si presentino con la legge sui laghetti, è una norma per curare solo interessi elettorali”.
A proposito di laghetti, la norma che è caduta col voto segreto, c’è chi nella maggioranza sostiene che si sapeva prima del voto cosa stesse per accadere, vi risulta?
“Certo! Il fatto che il governo non abbia un vicepresidente come Sammartino, messo fuori da quelle indagini, ci sono esponenti che contestano il trio Schifani-Sammartino-Cuffaro, nettamente in minoranza e le proposte che loro portano in aula vengono bocciate”.
Il governatore ha però parlato di misure urgenti a sostegno delle fasce più deboli…
“Schifani esulta per il fatto che il reddito di povertà copra qualche famiglia in più a fronte di 100 mila richieste. I fondi messi dal governo regionale coprono meno di 10 mila famiglie, il 90% dei richiedenti è stato messo fuori, Schifani non ha presentato norme con una visione, tranne quella sull’elezione diretta delle province, portata in assemblea 3 o 4 volte. Ricordo solo questo e sono convinto che c’è un campo alternativo che deve compattarsi sempre di più”.
La sfida dell’opposizione è quella di creare una alternativa credibile al governo di centrodestra, qual è la strada?
“Una visione, l’opposizione se la fanno tra di loro, penso a Mulè e Falcone che attaccano Schifani e Caruso, a Fratelli d’Italia, Cuffaro e Lombardo che litigano ogni giorno. Noi dobbiamo approfittarne per creare un’alternativa su come immaginiamo la Sicilia nel 2035. Sono convinto che andremo a governare la Sicilia”.
C’è stata una fase, quella della gestione dei fondi da destinare a livello territoriale, in cui l’opposizione si è seduta al tavolo della maggioranza con il presidente Galvagno
“Io rivendico l’azione limitata, in quanto opposizione, rivolta al bene dei Comuni, che sono in fortissima difficoltà, la sicurezza che manca in moltissime comunità, le norme sono state rivolte al bene dei territori, lasciati soli dal centrodestra”.
Altra sfida per l’opposizione è quella di coniugare l’azione politica con la raccolta del consenso. I voti, spesso non arrivano, perché?
“Questo è vero, ma l’opposizione, Movimento 5 stelle e Partito democratico, non hanno mai governato la Sicilia”.
C’è stato il governo Crocetta…
“Ma è stata una brevissima parentesi in cui il Movimento 5 stelle era all’opposizione, io oggi immagino un fronte alternativo che mobiliti i territori. Penso che a settembre o ottobre faremo un incontro ampio, immagino una serie di mobilitazioni da qui a un anno e mezzo per scardinare quel concetto di voto clientelare e strutturato, creato da chi negli anni ha governato la Sicilia. Questo voto lo si va a fare defluire, a renderlo ininfluente se molti siciliani si recano alle urne. Nelle ultime tornate è andato al voto meno del 50% degli aventi diritto. Dobbiamo motivare chi non ci crede più. Dobbiamo aggregare su un progetto, per esempio sulla sanità, può farlo solo un fronte alternativo, come anche sulle politiche attive del lavoro, il welfare…”.
Altro scoglio, riferendoci al passato recente, è quello della scelta del candidato presidente. Alle ultime regionali, il risultato delle primarie fu sconfessato da Conte, stavolta cosa accadrà?
“Avrei da dire mille cose, perché ricordo che, ahimè, si andò divisi pure a livello nazionale. Oggi bisogna guardare al futuro. Mi pare che della tornata elettorale del 2022 ci sia un solo candidato alternativo che oggi faccia ancora opposizione a Schifani, cioè io!”
Appunto, come si risolve questo gap?
“Partiamo da una base di partenza, anche nelle altre regioni si sta facendo un percorso virtuoso, io aggiungo che qui in Sicilia bisogna costruire le liste che andranno a sfidare il centrodestra. L’esperienza ci insegna che se noi andiamo a scegliere il candidato presidente ‘figurina’, che non ha una coalizione ampia che lo sostiene, riconsegniamo la Sicilia al centrodestra. Dobbiamo ricostruire le fondamenta di questa coalizione, se pensiamo solo al tetto della casa abbiamo perso in partenza”.
Primarie sì o no?
“Le primarie non servono a costruire una coalizione o un insieme di persone che possono aggregare. Le primarie dividono, all’interno ogni forza politica può avere tutti i metodi che vuole, in Toscana il M5s ha interrogato i suoi iscritti. Nelle altre regioni non si stanno facendo le primarie. Il candidato è colui o colei che aggregherà quante più persone alternative a Schifani e al centrodestra”.
Circola il nome di Mannino della Cgil come candidato presidente, il M5s è d’accordo?
“Di nomi ne possono circolare tanti, mi interessa un candidato presidente che vada a fare il presidente, noi vogliamo governarla la Sicilia, non mi interessa lo status del possibile candidato, ma che ci sia una persona che dia garanzie alla coalizione e proponga una coalizione competitiva per un’alternativa ai governi Schifani-Cuffaro”.
Lei è anche coordinatore regionale del M5s, il partito può tornare ai risultati della fase in cui c’era Grillo?
“Abbiamo gruppi territoriali sparsi in tutti i comuni, li creeremo anche in centri più piccoli. Se siamo bravi nella mobilitazione e lo abbiamo dimostrato nell’ultima manifestazione sulla sanità, se lo faremo capire alle persone, tagliandoci ancora lo stipendio, parlando della nostra visione, sono convinto che il movimento riuscirà a costruire una nuova ondata e potremo dare un grande contributo alla coalizione,. Noi nasciamo movimentisti e continueremo a essere movimentisti”.

