Nuova tegola su Genovese |Fatture false, sequestro di beni - Live Sicilia

Nuova tegola su Genovese |Fatture false, sequestro di beni

Francantonio Genovese

L'accusa: compensi per prestazioni professionali a due società di navigazione mai effettuate.

MESSINA – Nuova tegola sull’ex parlamentare Pd, poi passato a Forza Italia, Francantonio Genovese, di professione avvocato, che ieri ha subito una condanna di primo grado a 11 anni nel processo scaturito dall’operazione ‘corsi d’oro’: Genovese ha subito un sequestro di beni per oltre un milione di euro da parte del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Messina. Il provvedimento, emesso dal gip di Messina Monica Marino su richiesta del sostituto Antonio Carchietti, è scattato nell’ambito di un procedimento penale per evasione fiscale ed emissione di fatture “per operazioni inesistenti”.

Sotto la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle gli anni che vanno dal 2008 al 2014: secondo gli investigatori sarebbe stato messo in piedi “un complesso sistema evasivo” grazie al quale sarebbe stata occultata una base imponibile di circa sei milioni di euro. Il metodo utilizzato sarebbe stato quello delle fatture false tra varie società collegate a Genovese, che non avrebbe inoltre dichiarato i proventi depositati su conti bancari accesi in Svizzera. Genovese non avrebbe svolto alcuna attività di consulenza, ma sarebbero state staccate fatture a due importanti compagnie di navigazione che operano nello stretto di Messina in cui l’esponente di Fi aveva “rilevanti” partecipazioni azionarie. “Tali pretazioni – secondo la guardia di finanza – sarebbero state effettuate da altri studi professionali”.

Un “sistema illecito” che avrebbe permesso alle due società “di erogare utili a Genovese facendoli figurare come compensi per prestazioni mai ricevute”. Un espediente che avrebbe consentito alle società di abbattere il proprio reddito pagando, quindi, meno tasse con un vantaggio fiscale calcolato in un milione di euro. “Il ciclo di fatturazioni false

“Il ciclo di fatturazioni false – sostengono gli investigatori – si sarebbe chiuso con Genovese che, a sua volta, avrebbe ridotto il proprio reddito da portare in dichiarazione utilizzando altre fatture non veritiere per prestazioni di servizi, soprattutto per attività di disbrigo pratiche d’ufficio e gestione contabile, emesse a loro volta dalla Caleservice s.r.l. di Messina, società di cui il legale deteneva il 99% delle quote sociali”. Quest’ultima società, inoltre, presentava bilanci costantemente in perdita e, pertanto, non si trovava mai in una posizione debitoria nei confronti del fisco. Le perdite erano dovute sia al pagamento di cospicui interessi su mutui accesi per l’acquisto di immobili, che pur risultando formalmente intestati alla società “erano di fatto riconducibili al patrimonio immobiliare di Genovese”, che al sostenimento di altri costi come viaggi e spese di ristorazione.

Un altro filone delle indagini ha riguardato la mancata inclusione nelle dichiarazioni dei redditi del professionista degli interessi maturati sulle somme detenute in Svizzera. In questo caso il lavoro degli investigatori si è concentrato sulla determinazione degli interessi maturati nel corso degli anni dal 2008 al 2014. Il danno per l’erario ammonterebbe a oltre due milioni di euro. Il sequestro è stato disposto nei confronti delle due compagnie di navigazione, che avrebbero utilizzato le false fatture emesse dal professionista “per un importo pari all’indebito risparmio d’imposta”: i rappresentanti pro-tempore delle due società sono indagati dalla Procura di Messina per il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture false”.


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