PALERMO – Cambiamenti drastici all’orizzonte per la movida palermitana: da sabato 13 giugno la vendita di alcolici e superalcolici da asporto sarà vietata dopo le 20 e fino alle 8. I locali chiuderanno entro e non oltre l’1 e 30. Lo stabilisce un’ordinanza firmata dal sindaco del capoluogo, Leoluca Orlando, sulla scia delle decisioni già prese dal sindaco di Milano qualche giorno fa. Per 30 giorni a partire da sabato sera, la vendita e la somministrazione di alcolici e superalcolici oltre le 20 (e fino alle 8) saranno consentite solo “per il consumo immediato all’interno del locale – recita l’ordinanza – o nello spazio esterno di pertinenza regolarmente avuto in concessione e nel rispetto delle linee guida”.
L’ordinanza vale su tutto il territorio cittadino e fa ‘sconti’ a una sola categoria di esercizi commerciali: nell’atto infatti si legge che il divieto “non si applica agli esercizi di vicinato che siano anche laboratori artigianali di produzione (ad esempio gastronomie, gelaterie, rosticcerie) a condizione che non siano in alcun modo utilizzati contenitori di vetro”. Per tutti gli altri, le regole sono chiare.
Il sindaco dunque interviene anche sugli orari di lavoro delle attività che animano le serate dei palermitani: l’ordinanza stabilisce “che tutte le tipologie di pubblici esercizi, esercizi di vicinato alimentari, laboratori artigianali di prodotti alimentari chiudano i locali al pubblico alle ore 1,30”. Gli esercenti inoltre avranno l’obbligo di esibire un cartello che indica gli orari di apertura e chiusura dell’attività. Per fare ulteriore chiarezza viene anche riportato un elenco di alcune tipologie di esercizi interessati, a titolo di esempio: “ristoranti, trattorie, pizzerie, pub, self-service, bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e similari”.
La decisione è il risultato di alcune conclusioni tratte dal Comitato provinciale ordine pubblico e sicurezza a fine maggio: l’ordinanza evidenzia che la riapertura dei locali avrebbe dato luogo non solo a “fenomeni di disturbo del riposo e della tranquillità già oggetto in passato di svariate proteste da parte dei cittadini”, ma anche a “violazioni delle misure di prevenzione Covid-19 adottate a livello nazionale e regionale, sia in tema di rispetto di distanze interpersonali sia con riguardo all’uso dei dispositivi di protezione individuale”. Per questi motivi, il comitato ha optato per l’applicazione di “misure atte a scoraggiare la formazione di aggregazioni notturne di persone, in considerazione dell’esigenza di tutelare la quiete e il riposo da un lato e la salute pubblica dall’altro”.
Nel caso in cui venisse disattesa l’ordinanza del sindaco, la norma prevede il pagamento di una somma da 500 euro a 5.000 euro, con la possibilità di pagare in misura ridotta (1.500 euro) entro 60 giorni dalla contestazione o notificazione della violazione.
“In questi giorni più che mai – commenta Orlando – vivibilità, decoro e tutela della salute coincidono come esigenza collettiva di tutta la comunità. Purtroppo, in questi primi giorni di lenta ripresa di alcune attività, si sono registrati comportamenti e fenomeni, a volte connaturati alla stessa tipologia di attività commerciali come quelle della movida, che mettono a rischio la salute di tutti. Porre dei limiti, condivisi con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, è sembrato che sia un modo corretto per affrontare il problema – conclude il primo cittadino – fermo restando che sono comportamenti e scelte responsabili dei singoli ad essere prioritari in questo periodo”.
“A Palermo bisogna fare la pace con la testa e la pace con la città, dobbiamo capire se siamo in una fase di chiusura o se siamo in una fase di riapertura – replica Fabrizio Ferrandelli, capogruppo di +Europa al consiglio comunale –. L’Italia ha deciso di aprire una fase di riapertura, di consentire alle attività produttive di ripartire, ai cittadini di potere circolare rispettando le disposizioni di sicurezza. Così come sono aperti i centri commerciali, negozi e mercati, devono poter riaprire e lavorare anche tutte le altre categorie merceologiche. Mi schiero a fianco degli esercenti – dice il consigliere dell’opposizione – che si vedono penalizzati dalla nuova ordinanza del sindaco di Palermo. Non tutti hanno le tasche per i ristoranti, non tutti hanno le tasche per potersi sedere in attività con laboratorio. Ci sono anche ragazzi e meno giovani che vogliono poter prendere una bibita e poterla portare da qualche altra parte, ci sono degli esercenti che vogliono lavorare. Siamo nella fase di riapertura, questo non significa dover far venir meno la sicurezza e il controllo affinché le disposizioni di sicurezza vengano rispettate, ma chiedo al sindaco di Palermo di revocare immediatamente questa ordinanza”.