CATANIA – “Ho trovato una situazione disastrosa”. Non ci va tanto per il sottile l’avvocato Adolfo Landi, che ormai da un anno e mezzo, su mandato dell’arcivescovo Salvatore Gristina, riveste il ruolo di Commissario della Fondazione Opera Diocesana Assistenza. Meglio conosciuta come Oda, ente di assistenza ai diversamente abili più importante di Catania. “Ho trovato fornitori non pagati, contribuiti Inps non versati, rate dovute non saldate”, spiega a LiveSicilia. Ci sono voluti mesi e mesi di lavoro per poter avere un quadro completo della situazione debitoria. E intanto è arrivato il pericolo del fallimento, che però è stato evitato. Il piano di risanamento redatto dagli attuali vertici è stato presentato alla Procura della Repubblica che ha revocato l’istanza di fallimento e quindi i giudici hanno dichiarato il “non luogo a procedere”.
Ma andiamo con lo sguardo al presente e, soprattutto, al futuro. La situazione debitoria è pesantissima: 50 milioni di euro. Che parte dal 2002. “Una situazione storica e cronica”, precisa Landi che non vuole puntare il dito su alcuno ma è concentrato sul rilancio dell’ente. “Abbiamo un ventaglio di soluzioni per l’abbattimento del debito. Intanto le posso dire – spiega il commissario – che il bilancio dell’Oda ha chiuso il 31 dicembre 2017 con un utile di gestione. Per anni l’Oda ha fatto sempre perdite”.
Landi è fiducioso. E, nonostante la tegola dell’inchiesta giudiziaria che vede indagato, tra gli altri, l’arcivescovo Monsignor Gristina, il commissario rassicura dipendenti e assistiti: “Il futuro dell’Oda non è a rischio”. Anzi. “Le banche ci stanno facendo credito”, aggiunge l’avvocato Landi. Evidenziando che “avere la fiducia degli istituti di credito in un periodo storico significa molto per un’azienda”.
Non è affatto semplice. Perché i numeri del debito sono enormi. Ma sono state attuati piani di rateizzazione con l’Erario e con gli Enti previdenziali. Sono iniziate le trattative con i fornitori non pagati. “Sa quante persone mi dicono chi te lo fa fare?”, dice. Ma gestire l’Oda significa non solo avere a che fare con i numeri, ma anche con i tanti operatori e pazienti. “Un’esperienza umana ed emotiva fortissima”, ammette il commissario.
Il rapporto con i sindacati? Landi lo definisce trasparente. “Credi averci messo sempre la faccia e di aver raccontato con estrema trasparenza qual era la situazione dell’Oda e le difficoltà”. Restano le incomprensioni con alcune sigle autonome.
Stipendi? C’è un ritardo di qualche settimana sul versamento degli stipendi del mese corrente. Un ritardo dovuto – come accade altre volte – dovuto ai trasferimenti trimestrali dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Il contratto tra l’Asp e l’Oda è di circa 18 milioni di euro l’anno.
In questi mesi di cambio nella “governance” dell’Oda tra le tante ipotesi c’è chi paventava anche una possibile vendita. Landi si concede un commento tipico siciliano. Poi il commissario dice: “L’ipotesi di vendita è completamente infondata”.