PALERMO – “La maestra grida sempre, mi dà schiaffi nel culetto”, raccontò la bimba di quattro anni alla mamma. Non aveva più voglia di andare a scuola. Era tutto vero, alla luce delle indagini dei carabinieri della compagnia di Bagheria e della stazione di Villafrati.
Su richiesta della Procura di Termini Imerese ieri è finita ai domiciliari una maestra, 46 anni, originaria di Agrigento, insegnante in una scuola dell’infanzia nel paese in provincia di Palermo. C’è un precedente che ha allertato gli investigatori: la donna era stata condannata in primo grado e poi assolta per maltrattamenti ai danni dei bambini di una scuola materna di Prizzi.
I militari hanno piazzato una telecamera nella classe frequentata da cinque bambini. In pochi mesi, da marzo a maggio scorsi, sono state raccolte prove che la Procura ritiene inequivocabili e che hanno convinto il giudice per le indagini preliminari a emettere l’ordinanza di custodia cautelare.
Nelle immagini si vede la maestra strattonare i bimbi, schiaffeggiarli, colpirli con un guanto di lattice sulla schiena e sulla guancia, tirargli le orecchie. I bambini in lacrime cercavano di fermarla.
La maestra ricorreva alle minacce, come quelle rivolte a un bimbo, brandendo il cavetto del caricabatterie del cellulare: “Oggi ti frusto con questo… ti faccio male svergognato, pezzo di maleducato, cretino”. Ad una bambina disse, mimando il gesto di chi impugna il coltello, “ti taglio la lingua”.
Uno dei momenti più drammatici avvenne quando afferrò una bambina per la maglietta e dopo averla strattonata le fece battere la testa contro uno spigolo del banco.
Nei nastri magnetici sono rimaste registrate frasi del tipo: “Maleducati, facchini”; “Non ti vuole più nessuno, levati di mezzo”; “Botta di sale domani non venire, non ti voglio”.
La maestra è arrivata nella scuola a marzo. La mamma che si è rivolta ai carabinieri si è resa conto del trauma vissuto dalla figlia “subito dopo le vacanze pasquali, quando ho deciso di non mandarla più a scuola dopo che una notte l’ho trovata in dormiveglia, sul lettino. Piangeva e si era fatta la pipì addosso”.