Omicidio a Librino, 45enne freddato sotto casa |Fermato il presunto assassino - Live Sicilia

Omicidio a Librino, 45enne freddato sotto casa |Fermato il presunto assassino

Giovanni Di Bella è morto durante il trasporto in ospedale. Alessio Marino è stato condotto nel carcere di Piazza Lanza. Il diverbio amoroso tra due adolescenti avrebbe scatenato il movente del presunto assassino.  LA SCENA DEL CRIMINE

Viale Castagnola
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CATANIA – Si torna a sparare a Librino. Ieri sera intorno alle 21, al civico 2 del viale Castagnola, l’eco di alcuni colpi di pistola è risuonato tra i palazzoni del quartiere. Tre per la precisione quelli esplosi. Una delle palottole ha centrato al petto Giovanni Di Bella, incensurato di 45 anni. Avrebbe compiuto 46 anni a dicembre.

L'impronta della mano sporca di sangue sul muro

L’omicida ha agito sotto l’abitazione della vittima: una discussione degenerata in una sparatoria. Di Bella ha cercato di rifugiarsi nel palazzo ma dopo qualche rampa di scala è crollato. Sul muro ci sono ancora le impronte delle dita della mano sporche di sangue.

Immediato l’arrivo dei mezzi del 118. Di Bella è stata trovato dai soccorsi in un lago di sangue davanti l’uscio di casa, sul pianerottolo. Inutile la corsa in ospedale: il 45enne è deceduto durante il trasporto in ambulanza. Troppo grave la ferita al torace.

Ad indagare sull’omicidio i carabinieri che sono arrivati sulla scena del crimine per i rilievi e per avviare gli accertamenti e raccogliere le testimonianze. Questa mattina erano al lavoro i militari della Sezione Investigazioni Scientifiche. (GUARDA LE FOTO)

Già poche ore dopo il delitto i carabinieri avevano individuato il presunto assassino che è stato messo sotto torchio dagli investigatori e dal magistrato. Nella tarda mattinata è stato emesso il fermo da parte della Procura di Catania. Alessio Marino, 19enne, è stato condotto in carcere a disposizione del Gip che dovrà convalidare il provvedimento.

Fin dall’inizio gli inquirenti hanno escluso che l’omicidio potesse essere riconducibile alla criminalità organizzata. Il movente è da ricercare secondo gli investigatori nella sfera personale: il fermato avrebbe agito per futili motivi. Anche se il procuratore Giovanni Salvi ha precisato che, anche se in maniera indiretta, c’è un “collegamento con la criminalità”.

 


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