PALERMO – La sua è una confessione piena, anche se a tratti confusa. Francesco Lo Piccolo ammette di avere fatto irruzione in casa di Mercurio Nepa. Doveva essere una rapina, ma il cuore dell’anziano non ha retto allo spavento. E così in quattro sono finiti in carcere con l’accusa di omicidio come conseguenza di un altro reato, la rapina (guarda le foto degli arrestati).
Davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta e ai pubblici ministeri Luisa Bettiol e Giulia Beux, accompagnato dall’avvocato Paolo Grillo, Lo Piccolo ricostruisce il ruolo degli altri tre arrestati: Donald Cucchiara Di Leo, Dario La Perna e Gaspare Polizzi (leggi la ricostruzione dei carabinieri).
Non erano andati lì per ucciderlo. Sapevano che nella sua casa di Terrasini Nepa conservava dei soldi. Lo Piccolo parla di un bottino di 10 mila euro e gioielli. I soldi li ha rubati per vivere. Ha una famiglia numerosa e si dà da fare con saltuari lavori da imbianchino. Non volevano ucciderlo e quando Lo Piccolo ha saputo che l’anziano di 84 anni era morto sostiene di avere pianto.
Sono piombati in casa della vittima nel cuore della notte. Uno dei quattro è riuscito ad entrare rompendo il vetro di una finestra. Poi ha aperto la porta ai complici. Lo Piccolo conferma anche il contenuto di un’intercettazione eseguita dai carabinieri di Carini in cui spiegata di avere detto a uno degli arrestati di togliere la mano che tappava la bocca di Nepa. Non respirare, rischiava di morire. Ed è morto davvero.