CATANIA. Fermo non convalidato ma applicazione della custodia cautelare in carcere. Così si è pronunciato ieri mattina il gip di Catania Simona Ragazzi al termine dell’udienza di convalida del fermo di indiziato di delitto, disposto venerdì scorso dal sostituto procuratore Santo Distefano, per Tuccio Agatino, indagato per l’omicidio premeditato del 27enne ripostese Dario Chiappone. Per il giudice non sussisterebbe il pericolo di fuga dell’indagato ma a suo carico ci sarebbero sufficienti indizi di colpevolezza.
Resterà dunque nel carcere di Piazza Lanza a Catania. Anche questa volta, come quattro giorni fa davanti al pm, Tuccio Agatino, assistito dall’avvocato Enzo Iofrida, ha risposto a tutte le domande. Bocca cucita, invece, del difensore di fiducia sul contenuto dell’interrogatorio.”Nel merito non ho nulla da riferire – dichiara il legale – Posso solo anticipare che adirò il tribunale del Riesame al quale chiederò la scarcerazione del mio assistito per carenza assoluta di indizi a suo carico”.
E intanto resta irreperibile il secondo indagato, il ripostese Salvatore Di Mauro, proprietario della vettura su cui i carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Catania hanno rinvenuto le tracce di sangue riconducibili alla vittima. Tracce evidentemente provenienti dalla scena del crimine e dunque rimaste addosso a qualcuno dei membri del commando, almeno tre quelli entrati in azione la sera del 31 ottobre dello scorso anno. Di Di Mauro si sono ormai perse le tracce da oltre un mese. I carabinieri negli ultimi giorni hanno compiuto numerose perquisizioni da familiari e conoscenti in cerca dell’uomo. Utilizzato anche un elicottero per setacciare campagne e zone pedemontane.
Lancia un appello, attraverso LiveSiciliaCatania, Cristofero Alessi, difensore di fiducia dell’indagato. “Parto dalla convinzione che Salvatore Di Mauro sia completamente estraneo alle accuse che gli vengono mosse, di cui finora – dichiara il legale – sono venuto a conoscenza solo tramite la stampa, perché formalmente non ho ricevuto nessun documento né il mio assistito ha ricevuto alcuna carta, poiché da circa un mese non ho contatti con lo stesso. Qualora stesse leggendo questo mio appello – prosegue l’avvocato Alessi – gli chiedo di affrontare il processo a testa alta perché sono sicuro che, nel corso di un eventuale giudizio o comunque in questa fase per ora solo di indagine, riusciremo a provare la sua completa estraneità alle accuse che gli sono mosse. Questo è un appello che faccio a nome anche della famiglia, che è preoccupata perché non hanno più sue notizie, e a nome anche della mia concezione della giustizia. Solo i tribunali sono i luoghi idonei per superare tutte le accuse contestate. Per questo Turi – conclude il difensore rivolgendosi a lui – ti chiedo di contattarmi o comunque di consegnarti alla giustizia, per far luce su questa triste vicenda che sono sicuro, lo ripeto, ti vede assolutamente estraneo e completamente innocente”.