Omicidio di Acqua dei Corsari| Ci sono tre nuovi indagati - Live Sicilia

Omicidio di Acqua dei Corsari| Ci sono tre nuovi indagati

Per l'omicidio di Massimo Pandolfo, assassinato con oltre quaranta coltellate nell'area del Teatro del Sole, ci sarebbero altri tre indagati.

PALERMO – Ci sono tre nuovi indagati per l’omicidio di Massimo Pandolfo, assassinato con oltre quaranta coltellate nell’area del Teatro del Sole, ad Acqua dei Corsari, a Palermo. Sotto accusa sono finiti Fabio Oliveri, classe ’81, Fabio Mazzola, classe ’75, e Sergio Paternò, del ’90. Avrebbero partecipato al macabro delitto assieme al diciassettenne che ha confessato nelle scorse settimane dopo essere stato fermato dai carabinieri su richiesta del pubblico ministero Geri Ferrara.

 Il giovane gravitava intorno all’ambiente della prostituzione omosessuale: l’omicidio potrebbe essere avvenuto dopo un rapporto sessuale consumato proprio nella zona in cui è stato ritrovato il corpo di Pandolfo, da sempre frequentata da coppiette. Le immagini della telecamera di un bar hanno filmato l’arrivo dell’auto della vittima nel luogo del delitto. Macchina che fu poi ritrovata bruciata.

Chi ha ucciso Pandolfo ha poi infierito contro il suo volto, sfigurandolo a colpi di pietra. Il minorenne, che viveva con la propria famiglia in un quartiere popolare del capoluogo, era stato rintracciato dall’analisi dei tabulati telefonici della vittima. Era sua, infatti, l’ultima chiamata ricevuta da Pandolfo il 25 aprile, giorno della scomparsa. Si era allontanato dalla casa della madre per non farvi più rientro. Gli inquirenti sono sempre stati convinti che il minore non avesse agito da solo.

 Pandolfo avrebbe potuto tranquillamente difendersi se fosse stato aggredito soltanto dal giovane: in passato aveva praticato pugilato e la sua corporatura robusta gli avrebbe permesso di bloccare chi lo avesse attaccato. Poi, da non sottovalutare è la ferocia con la quale le quaranta coltellate sono state inferte, profonde e in tutte le parti del corpo, soprattutto all’addome.

 L’inchiesta, dunque, si allarga e prende corpo l’ipotesi che si sua trattato di un agguato. Pandolfo potrebbe essere stato attirato in trappola, convinto che ad attenderlo ci sarebbe stato solo il minorenne. Perché, però, tanta ferocia? Una rapina finita in tragedia o un regolamento di conti?

Il legale di Oliveri, l’avvocato Raffaele Bonsignore, ha formulato riserva di incidente probatorio. Oggi il pm avrebbe voluto eseguire degli accertamenti per confrontare il Dna degli indagati con le tracce biologiche trovate nella macchina di Pandolfo. Secondo il difensore, questo tipo di accertamento deve essere fatto in presenza di un perito. Adesso sarà il Gip a decidere se e quando svolgere l’incidente probatorio. I legali degli altri indagati si sono associati alla riserva di Bonsignore.

I familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Paola Rubino, Giovanni e Ivano Natoli, sperano che tutta la verità venga scoperta al più presto.


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