PALERMO – Il caso non è chiuso. Il giudice per le indagini preliminari respinge la richiesta di archiviazione e ordine tre mesi di nuove indagini sull’omicidio di Daniele Discrede, ucciso al culmine di una rapina il 24 maggio 2014, davanti al deposito di bibite che gestiva in via Roccazzo.
Il Gip Marcella Ferrara indirizza le indagini sui punti sollevati dai familiari di Discrede, che si sono affidati all’avvocato Atonino Gattuso. Innanzitutto si dovrà confrontare la rapina con tutte le altre su cui hanno indagato finora le forze dell’ordine. Comprese quelle messe a segno a raffica da rapinatori dello Zen per rubare carichi di sigarette. Il popolare rione palermitano potrebbe essere stata, infatti, la direzione di fuga dei rapinatori. Poche ore dopo l’omicidio a Torretta, uno dei primi paesi della provincia di Palermo, viene ritrovata una Citroen C4 distrutta dalle fiamme. La macchina era stata rubata otto mesi prima a Terrasini. È la stessa auto usata dai rapinatori? I poliziotti hanno scoperto che la Citroen alle 21.53 della sera del delitto è transitata sotto il ponte di viale Michelangelo-Viale Lazio in direzione Trapani, e due minuti in quello di via Belgio. Le tracce si perdono all’imbocco dell’autostrada per Mazara del Vallo. Tommaso Natale, Zen o Sferracavallo sono le possibile direzioni di fuga. Da qui verso Torretta, dove la macchina viene bruciata.
Secondo punto: le immagini delle telecamere del supermercato consentono grazie a sofisticati programmi, di misurare i tratti antropometrici dei rapinatori-assassini. I dati investigativi possono essere confrontati grazie alla tecnologia con quelli di alte rapine.
Terzo punto: il possibile ruolo di un basista. I rapinatori sapevano che avrebbero trovato Discrede al supermercato, conoscevano i suoi spostamenti e sapevano che addosso aveva del denaro. Non è tutto: ci sono strane telefonate e strane presenze, anche sul luogo del delitto, di ex dipendenti del supermercato che meritano un approfondimento.
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