CATANIA. La caccia all’uomo continua. Ieri è stata una domenica di perquisizioni in diversi luoghi ‘ritenuti sensibili” dai carabinieri. La strategia è fare terra bruciata attorno al sospettato che è irreperibile dalla sera dell’assassinio di Giovanna Cantarero. L’uomo, venerdì sera, l’avrebbe aspettata all’uscita del panificio di via Allende a Lineri, frazione misterbianchese alle porte di Catania. Non appena ha visto la giovane donna, che era accompagnata da una collega, l’ha chiamata con il suo diminutivo ‘Jenny’ e poi ha fatto fuoco, tre volte. Poi è fuggito, c’è una telecamera – però distante dal teatro dell’omicidio – che lo inquadra mentre fugge in sella di uno scooter con il volto nascosto da un casco. Immagini e i racconti della testimone hanno permesso agli investigatori di poter ricostruire il film del delitto. Gli scenari sono due: o una latitanza in piena regola, o un gesto estremo. Come il suicidio. Ma al momento non ci sarebbero ‘prove’ concrete su nessuna delle due ipotesi.
Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Carmelo Zuccaro, hanno la bocca cucita sull’identità del sospettato. Emerge però qualche dettaglio. Un uomo di circa trent’anni, sposato, che lavora in un centro scommesse della cintura dell’hinterland catanese. In passato è stato sfiorato da qualche indagine, ma alla fine non è emerso nulla di concreto. Qualche frequentazione con ambienti criminali dei quartieri catanesi, ma forse più un “vanto” che un “vero collegamento”.
Tra Giovanna e l’indagato ci sarebbe stato un legame “burrascoso”, ma non sono mai scattate denunce. Pare che lei, mamma di una bimba di 4 anni avuta da una precedente relazione, però avesse voluto chiudere con quest’uomo. Fa nutrire qualche dubbio il fatto che ad andare a prenderla all’uscita dal panificio fosse stata mamma, e che qualcuno fosse con lei per aspettare l’arrivo del genitore. Quasi come se non volessero lasciarla sola. Quasi come se ci fosse la volontà di proteggerla. Ma purtroppo non è stato sufficiente. Qualcuno con il volto nascosto ha fatto fuoco. E l’ha uccisa, mentre aveva in mano quei filoncini di pane che avrebbe portato a casa per cenare con la sua piccola.
Nuovi risvolti intanto potrebbero arrivare dall’autopsia disposta dal pm Valentina Botti, titolare del fascicolo sull’omicidio. L’esame autoptico è in programma oggi al Policlinico di Catania.