CATANIA – Un angelo “ballerino”. Nel gruppo facebook “Per non dimenticare Valentina Salamone” molti la chiamano così. Un modo per lasciare indelebile nella memoria quella ragazza piena di sogni, dal sorriso luminoso, dagli occhi sorridenti. Valentina e la sua passione della danza, come racconta lei stessa in un tema che è stato condiviso sui social. “La mia passione è la danza – scriveva una Valentina sedicenne – infatti ballo da dieci anni, pratico tutte le discipline, in particolare le danze latine, orientali e cubane. Fra qualche anno vorrei aprirmi una scuola di ballo dove insegnerò io stessa”. Un sogno rimasto in questi fogli a righe che la sorella Claudia conserva come cimeli d’oro. E c’è anche una dolce bimba che si affaccia all’adolescenza che affidava alla penna i suoi pensieri e racconta il suo rapporto con la mamma, con papà e con le amiche “che alcune volte – scriveva – mi hanno delusa”.
Sono trascorsi quattro anni dal tragico ritrovamento della giovane 19enne biancavillese. Attorno a questa morte drammatica si è creato il silenzio dei media, ma l’urlo di dolore a casa Salamone è ancora assordante. Si attende che sulla lapide venga scolpita la parola giustizia. Aspettano un processo i familiari e gli amici di Valentina. E se oltre un anno e mezzo fa la notizia dell’arresto di Nicola Mancuso aveva portato speranza nella vita di due genitori “orfani”, quella piccola luce si è immediatamente spenta quando ad ottobre, il 30enne adranita (che si è sempre dichiarato innocente) è stato scarcerato. La Procura Generale aveva riaperto l’inchiesta, avocandola alla Procura di Catania, dopo che ne aveva chiesto l’archiviazione per suicidio. I carabinieri e, soprattutto i Ris, sono tornati in quella villetta dove Valentina era stata trovata impiccata. Quelle mani attorno alla corda convinsero papà Nino che la sua piccola aveva tentato di salvarsi, di sfuggire alla morte. Un tentativo vano. Per i Ris il sangue sulle scarpe di Valentina appartiene a Nicola Mancuso, uno dei presunti autori dell’atroce delitto. Per gli investigatori con lui avrebbe agito una seconda persona. Mancuso è dietro le sbarre, ma non per l’omicidio Salamone. A maggio è finito in carcere per traffico di cocaina.
Per Valentina Salamone (citando ancora una frase del tema delle superiori) “la cosa più bella della vita era l’amore”. “Era innamorata della vita” conferma la sorella Claudia, che ha deciso di rialzare i riflettori su questo delitto che dopo quattro anni non ha ancora una sentenza di condanna.
Claudia, ci descriva Valentina.
Valentina era una ragazza molto solare e piena di vita. Era una ragazza spensierata, come è giusto che sia una ragazza di diciannove anni.
Cosa ricorda di quel 24 luglio 2010?
Mi ricordo quella maledetta telefonata. All’inizio non volevo credere, poi sono arrivata a casa dei miei genitori e già c’era il carro funebre con la bara bianca con Valentina dentro.
Come valuta quanto fatto a livello investigativo?
All’inizio non è che abbiano fatto tanto. Avevamo anche perso la fiducia nelle istituzioni. Ora posso dire che le cose sono cambiate e abbiamo riacquistato un po’ di fiducia. Anche se sono già trascorsi quattro anni e la vedo abbastanza dura, ma sono molta fiduciosa. Il problema è stato che le indagini non sono state fatte nell’immediatezza.
Lei pensa che ci sarà un processo?
Secondo me si. O meglio, lo spero. Questa vicenda non può finire nel dimenticatoio. Non ci voglio nemmeno credere che non ci sarà un processo.
In questo tragico anniversario qual è il messaggio che vuole lanciare?
Io il messaggio, come abbiamo fatto ogni anno, lo rivolgo agli amici di Valentina, che poi sono risultati essere tutti nemici di mia sorella. A loro dico di “parlare, di svuotarsi la coscienza”. Anche perché io credo che ci sarà un processo e, in quella sede, dovranno dar conto.
Queste persone sono già state interrogate. Secondo lei non hanno raccontato tutto?
No, assolutamente no.
Lei crede che il colpevole sia Nicola Mancuso, nonostante la scarcerazione dello scorso ottobre?
La scienza parla chiaro: il dna è suo. Crediamo, come sostiene anche la Procura, che non abbia agito da solo ma con un complice. Io poi non credo neanche alla storia d’amore.
Non crede ci sia stata una relazione tra Mancuso e sua sorella?
No, non ci ho mai creduto. Secondo me c’è sotto ben altro. Non dimentichiamo che quella sera è stato fatto uso di stupefacenti. Nicola Mancuso è finito in carcere proprio per droga ultimamente e a questo proposito io vorrei lanciare anche un appello alla magistratura.
Prego.
Io chiedo al pm che si occupa di questa inchiesta che indaghi per verificare se c’è una connessione tra questo arresto e l’uccisione di Valentina.
Per lei è importante che la stampa continui a parlare del caso.
Si. Anche perché la tragedia nostra è che la morte di Valentina era stata messa nel dimenticatoio per oltre due anni. Ho capito che ci vuole molta, molta pressione mediatica.
Domani cosa farete?
Nulla di particolare. Andremo al cimitero a trovarla e le porteremo dei fiori.
Cosa le manca di più di sua sorella?
Tutto. Il suo sorriso. Valentina sorrideva anche con gli occhi. Quando vado a casa da mia mamma ho ancora la sensazione di vederla spuntare da un momento all’altro.