PALERMO – Ordinanza di arresto annullata e scarcerazione. Non regge davanti al Riesame l’accusa di omicidio per Lorenzo Scarantino, indicato fra i componenti del commando di Santa Maria del Gesù che uccise Mirko Sciacchitano. È l’unico indagato per cui si sono riaperte le porte del carcere.
L’11 dicembre scorso, due mesi dopo il delitto, i carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo del Comando provinciale fecero scattare le manette. Salvatore Profeta e Natale Gambino sarebbero gli ideatori e i mandanti del delitto, voluto per punire il precedente tentato omicidio di Luigi Cona. Gli esecutori materiali sarebbero Francesco e Gabriele Pedalino, Domenico Ilardi e Antonino Profeta (figlio di Salvatore). Lorenzo Scarantino, invece, avrebbe fatto i sopralluoghi alla ricerca della vittima e sarebbe stato lui a comunicare ai due presunti mandanti la buona riuscita della missione di morte.
Una ricostruzione, quest’ultima, contestata dal legale della difesa, l’avvocato Filippo Gallina. Non ci sarebbe certezza che fosse Scarantino l’uomo riconosciuto assieme ai killer a bordo della Fiat Panda usata per il delitto. Così come non reggerebbe l’identificazione di Scarantino ottenuta grazie ad alcune testimonianza che, però, descriverebbero una persona con caratteristiche fisiche diverse da quelle dell’indagato. Risultato: arresto annullato e scarcerazione.