Il Tribunale di Catania ha condannato a pene comprese tra un anno e dieci mesi e otto anni di reclusione tre dei quattro colleghi di Giuseppe Virgillito e Fortunato Calabrese, imputati nel processo per la morte degli operai di Rfi travolti il primo settembre del 2008 dal treno regionale 382 Palermo-Catania mentre stavano lavorando a un binario nella stazione di Motta Sant’Anastasia. Il caposquadra Castrense Cassaro è stato condannato a otto anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e calunnia. Il capostazione di Motta Sant’Anastasia, Giuseppe Apa, a tre anni per omicidio colposo plurimo. Con l’accusa di calunnia e favoreggiamento personale è stato condannato a un anno e dieci mesi, pena sospesa, un collega delle vittime, Salvatore Battaglia, mentre è stato assolto un dipendente della Ferrovie, Pasquale Bruno. Per un quinto imputato, Salvatore Cantale, il reato estinto perché l’uomo è deceduto nel 2009. Secondo l’accusa, sostenuta dai pm Vincenzo Serpotta, Lucio Setola e Danilo De Simone, gli imputati avrebbero tentato di coprire le responsabilità del caposquadra posizionando dopo l’incidente la segnaletica lungo i binari, che invece non era stata messa per evidenziare i lavori in corso. Alla lettura della sentenza, da parte del giudice Dora Bonifacio, i parenti delle vittime sono scoppiati in lacrime. Il Tribunale non ha riconosciuto danni da liquidare perché le parti civili hanno ritirato la loro costituzione perché hanno accettato il risarcimento offerto loro.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo