Lombardo: Orlando fanatico e disperato | E dal palco attacchi a Costa e al Pdl - Live Sicilia

Lombardo: Orlando fanatico e disperato | E dal palco attacchi a Costa e al Pdl

GLI ALTRI INTERVENTI ALLA CONVENTION DI ARICO'
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“Aricò non è uno stronzetto qualsiasi”. Non si può dire che Raffaele Lombardo, oggi, alla convention del “suo” candidato a sindaco di Palermo abbia deciso di usare giri di parole. Il governatore è in forma. Rilassato, sorridente fino al suo intervento, quando si trasforma in vero animale politico: “Orlando? È a metà tra il fanatismo e la disperazione”, “Il Pdl è il l partito del malaffare”, “La sinistra è lacerata”. E Costa? Non lo nomina. Ma probabilmente, basta tornare alla prima battuta riportata in questo articolo.

Già, perché se Aricò, nel proprio discorso, ha deciso di evitare attacchi frontali a rivali e avversari, i suoi “alleati” che si sono alternati sul palco, invece, non le hanno affatto mandate a dire. Sono cinque, al momento, le liste che sostengono Aricò: quella di Mpa, Fli, Mps (di Riccardo Savona), Palermo Avvenire (degli assessori Russo e Armao) e la lista civica ChiamaLaCittà dell’ex deputato regionale dell’Mpa ed anche, da oggi, ex assessore provinciale Tony Rizzotto. Presto, però, potrebbe aggiungersi quella dell’Api con cui sarebbe già stato trovato l’accordo. E tutti i leader di partito, escluso Francesco Musotto, sono presenti al Politeama. Tra i più “grintosi”, appunto, Lombardo e Nino Lo Presti: “Costa? – ha detto il deputato di Fli – Un giovane spregiudicato e trasformista”.

Ma la parte del leone la fa proprio il governatore, spinto fin sul palco dagli applausi degli ex Pip che sventolano il vessillo dell’Mpa: “Palermo è una città che per troppo tempo ha subito ingiustizie intollerabili: dalla gestione dei rifiuti a quelle delle società partecipate. Ma sbagliamo – dice il governatore – se addossiamo tutta la colpa a Cammarata. Lui non ha mosso un dito senza che l’ispirazione, l’ordine giungesse dal suo partito, il Pdl”, un partito “che ancora difende un sistema, dalla sanità alla Formazione, dove per troppo tempo ha vinto il malaffare. Col Pdl non possiamo, né potremo mai in futuro fare alcuna alleanza, né al Comune, né alla Regione, né a livello nazionale. Pensare a un nostro possibile avvicinamento a loro, significherebbe ignorare le condizioni in cui si trova la città, delle quali l’unico responsabile è il Popolo delle libertà. E che oggi vorrebbe condizionare una nuova amministrazione”.

E un nuovo sindaco, Massimo Costa, appunto, così diverso, secondo Lombardo, da Alessandro Aricò, che è invece un “uomo libero, che può consentire davvero il cambiamento della città, anche col sostegno della Regione, che ha già fatto tanto per Palermo, e tanto può ancora fare. Aricò ci dà la garanzia – prosegue Lombardo – che le questioni del Comune potranno essere affrontate con lo stesso rigore col quale abbiamo risolto diverse faccende alla Regione, lui non è uno ‘stronzetto qualunque’”.

Poi, è il turno di Leoluca Orlando, che ieri ha apertamente attaccato Lombardo. Il governatore, inizialmente, la prende larga: “il precariato, che tanto pesa per l’amministrazione palermitana, è stato creato tempo fa, ve lo ricordo, da qualche candidato sindaco dell’ultima ora. Un ex sindaco, a dire il vero, anche se della sua amministrazione nessuno ricorda nulla, a Palermo non c’è traccia”. Dopo un po’, è il momento di fare il nome: “Orlando oscilla tra il fanatismo e la disperazione. E anche la gelosia per qualcuno dei suoi che ha avuto successo”. Quindi, un invito ai lavoratori precari: “Non vi fate ingannare di nuovo da chi l’ha già fatto in passato. Ci prenderemo noi cura delle vostre esigenze e di quelle delle vostre famiglie”. Applausi. “Vedete gli ex Pip qui presenti? – dice Lombardo indicando la galleria rivestita dalla bandiera dell’Mpa – li consideravano degli appestati. E invece abbiamo dato loro un lavoro dignitoso, li abbiamo resi ‘utili’, persino con un risparmio per la Regione”.

Nemmeno Nino Lo Presti resiste a stoccare una frecciata agli ex amici: “Il Pdl oggi cerca di rifarsi un’immagine grazie al trasformismo di un giovane spregiudicato del quale ci siamo liberati per tempo”. Per poi scegliere Aricò: “Che conosco da una vita, so quali sono le sue qualità, e sono convinto che tra i candidati, oggi, sia lui il favorito”. La pensa così anche il coordinatore regionale di Fli, Carmelo Briguglio: “Aricò ha una storia di destra, che noi conosciamo bene. Ma oggi lo consegniamo alla coalizione e domani alla città”, anche perché “la discesa in campo di Orlando, al di là delle polemiche, non fa che avvantaggiarci, visto che divide ulteriormente il centrosinistra. E del resto, a differenza di altri candidati, Aricò non solo è un giovane, ma è un giovane in grado di parlare del ‘noi’ e molto meno dell”io’. È il segno della discontinuità con un passato di slealtà e opportunismo. Sono certo che andrà al ballottaggio”.

Per Riccardo Savona, “Palermo è stata distrutta dal malgoverno, e oggi ha bisogno di tanta assistenza. Gli operai della Gesip, ad esempio – prosegue – sono stati abbandonati. Vogliono risposte per ridare tranquillità alle loro famiglie. E noi le daremo”. Sul palco sale anche Giuseppe Alessi, per la Democrazia cristiana: “Ringraziamo Massimo Costa – ha detto – perché con la sua scelta ci ha consentito di trovare un candidato assai più credibile”. Ed è anche il turno di Tony Rizzotto, ex deputato regionale dell’Mpa, poi leader del movimento “Noi Sud”, infine componente della giunta provinciale di Giovanni Avanti. A dire il vero, proprio in concomitanza col suo intervento al Politeama, attraverso twitter Rizzotto fa sapere di essersi dimesso dall’incarico di assessore provinciale, e nel suo discorso sul palco ringrazia “il presidente Lombardo, che mi consente di tornare a fare politica con lui, l’onorevole Carmelo Lo Monte che mi sta aiutando a comporre una lista senza ‘politici di professione’, ma con ‘politici di cuore’”.

“Caro Alessandro, siamo con te, tutti le donne e gli uomini di Palermo Avvenire”. Così l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, che ha messo su una lista civica col collega Gaetano Armao, apre invece il suo intervento. Un intervento nel quale non c’è più traccia della sua figura di “tecnico” prestato alla politica, anzi: “Lo spettacolo offerto in questi giorni dai candidati – dice – allontana la gente dalla politica. Noi dobbiamo restituire serietà, attraverso le quattro ‘R’: regole (tutte le devono rispettare, e non lo dico in aramaico…), rigore, risultati e responsabilità”. Non manca poi un ricordo “all’amico Paolo Borsellino, che vent’anni fa mi disse: ‘Questa città sarà bellissima’. Non possiamo permetterci – ha concluso – di attendere altri vent’anni”.


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