Arcipelago di Orlando, rischio flop | Caccia ai nomi fuori da Palermo - Live Sicilia

Arcipelago di Orlando, rischio flop | Caccia ai nomi fuori da Palermo

Il movimento del sindaco ha una lista forte nel capoluogo, incognite nelle altre province. Nomi in prestito dagli alleati?

Ieri vertice di coalizione
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PALERMO – “Non giochiamo a fotticompagno”, avrebbe detto a un certo punto della riunione Leoluca Orlando. Così raccontano alcuni alleati, presenti ieri al vertice della coalizione a sostegno di Fabrizio Micari. A prescindere dal “colore” e dal sapore delle parole del sindaco palermitano, resta il tema: Arcipelago Sicilia, al momento, è, al massimo, un “Arcipelago Palermo”. Riuscire a mettere in piedi le liste nelle altre province, per il primo cittadino, oggi, a una settimana dal termine per la presentazione, non è affatto semplice.

E così, ecco l’appello alla coalizione: non facciamoci la guerra tra noi, non andiamo a caccia degli stessi candidati. E insieme all’appello, un invito “implicito”: ragionare in termini di “squadra” e non di singolo partito. Tradotto: le forze politiche potrebbero “prestare” dei candidati al movimento di Orlando, che altrimenti rischia di “ballare” sulla soglia del cinque per cento: quella che dà diritto all’ingresso a Sala d’Ercole. Lì dove i partiti del centrosinistra, del resto, hanno già dato in affitto alcuni onorevoli siciliani per la creazione del gruppo “farlocco”, utile a evitare la raccolta delle firme.

Un primo segno, quello, delle difficoltà che sta affrontando il movimento del sindaco. Non a caso, ieri, in occasione della presentazione della lista, Orlando si è ben guardato dall’accennare a qualsiasi nome, nemmeno a un possibile capolista. E lì, insieme a lui e Micari, non c’erano aspiranti onorevoli: un fatto insolito, in occasione di “battesimi” come questi. Orlando si è limitato a dire che “prima vengono i programmi” e che i “candidati devono essere a posto dal punto di vista etico: verificheremo il certificato penale e il carico pendente”. Tutto qua.

Ma l’eventuale “accordo” politico col resto della coalizione, che porti in dote a Orlando candidati “forti” provenienti da altre esperienze politiche, rischia di incepparsi di fronte alle stesse manovre del sindaco. Che avrebbe a più riprese fatto intendere ai possibili sostenitori, che il suo movimento rappresenta “l’embrione del nuovo Partito democratico”. Il seme che darà vita a una nuova pianta e che “avrebbe spazzato – racconta un big Pd, non nascondendo il malumore – il partito dei Cracolici, Lupo e Faraone”.

Dal Pd, quindi, per il momento la risposta è “picche”. Fausto Raciti è impegnato a costruire liste più forti possibili. E dalla segreteria regionale si esclude, ad esempio, che esponenti Dem possano essere “trasferiti” al movimento di Orlando nel collegio di Catania, mentre qualche possibilità in più potrebbe sorgere in altre Province. Anche se, sussurra qualcuno dei presenti alla riunione di ieri, nel Pd non hanno ancora dimenticato il trattamento riservato loro da Orlando in occasione delle ultime amministrative: quando il sindaco, sventolando il vessillo del civismo, ‘obbligò’ il partito, di fatto, a nascondersi in una lista ibrida con gli alfaniani, e reagendo in maniera assai nervosa anche di fronte ai cronisti che lo associavano al Partito democratico.

Così, nelle mani di Orlando al momento – ma sono intensi gli incontri in queste ore, portati avanti soprattutto dal braccio destro Fabio Giambrone – sembra esserci solo una forte lista palermitana. In particolare per la presenza dell’ex sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello, considerato tra i candidati più competitivi in assoluto, in vista di queste Regionali. Per il resto, Orlando farà affidamento su alcuni suoi fedelissimi come Aurelio Scavone, Toti Zuccaro, Toni Sala e dal Pd ha incassato l’appoggio di Tonino Russo. Ma oltre all’isola palermitana si fa fatica, al momento, a individuare le altre che dovranno completare l’Arcipelago di Orlando.


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