“Sostituiremo, modificando i regolamenti comunali, il termine ‘cittadino’ con quello di ‘residente’, per far sì che tutti i gli stranieri residenti a Palermo abbiano gli stessi diritti dei palermitani”. Questo l’annuncio del sindaco Orlando, anche se per adesso il primo cittadino si accontenta di un gesto simbolico: “Possiamo già dire a tutti i residenti di origine straniera, che siano tedeschi, francesi, marocchini o tunisini, che da oggi hanno la cittadinanza onoraria di Palermo”.
Sono queste le linee della nuova amministrazione Orlando in materia di immigrazione. Il sindaco le ha esposte oggi, nella sede dell’ufficio elettorale a piazza Giulio Cesare, in occasione di una conferenza stampa con cui ha annunciato pubblicamente l’adesione del comune alla campagna “L’Italia sono anch’io”.
“Abbiamo scelto di esporre una gigantografia dello scrittore algerino Amara Lakhous proprio davanti alla stazione di Palermo perché lui, che dal 1995 vive in Italia, non è cittadino italiano. Eppure è proprio l’italiano la lingua in cui scrive i suoi romanzi”, ha spiegato l’assessore al Decentramento e alla Partecipazione Giusto Catania.
Gli uffici di piazza Giulio Cesare sono stati scelti proprio perché è qui che i cittadini stranieri vengono a ritirare il certificato di cittadinanza italiana. “Nel 2011 i nuovi cittadini italiani a Palermo – ha aggiunto Catania – sono stati 154 per decreto del presidente della Repubblica, 58 perché nati in Italia e divenuti diciottenni, mentre 11 perché hanno riacquisito la cittadinanza. Solo nei primi mesi del 2012, invece, le cifre sono quasi raddoppiate, arrivando rispettivamente a 65, 24 e cinque”.
Numeri che vanno dunque crescendo. “Dall’inchiesta portata avanti dalla commissione parlamentare sulla Sanità che presiedo – ha spiegato Orlando -risulta che da Bolzano a Lampedusa i cittadini stranieri nati in Italia sono il 25 per cento. Un numero che è destinato a salire”. Ecco perché secondo il sindaco di Palermo le norme attuali sull’immigrazione sono “contro la storia e contro i fatti, oltre a non essere neanche convenienti”.
La campagna “L’Italia sono anch’io”, per la quale sono state raccolte cinquemila firme in Sicilia, la metà delle quali solo a Palermo, chiede al Parlamento di riformare le leggi introducendo la norma dello ius soli e di consentire il voto alle elezioni amministrative a tutti gli stranieri che possiedono regolare permesso di soggiorno da almeno cinque anni.
L’iniziativa è stata lanciata lo scorso novembre dal sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, che è anche presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. A incontrarlo, secondo quanto annunciato, sarà lo stesso Orlando: “Occorre rilanciare la campagna: se anche gli altri otto mila comuni italiani seguiranno l’esempio di Palermo, la pressione che potremo esercitare sul Parlamento sarà maggiore”.
E il sindaco vuole andare oltre: “Faremo un grande iniziativa a ridosso del Festino con tutti i cittadini onorari”, ha annunciato. Ma la condizione degli stranieri residenti in città potrebbe cambiare anche nella sostanza: “Faremo un passo ulteriore rispetto quanto proposto dalla raccolta firme, garantendo la ‘cittadinanza di residenza’”. Con la modifica ai regolamenti comunali, Palermo potrebbe contare “tra i 17 e i 20 mila abitanti in più” ha annunciato l’assessore Catania, “Abitanti che – aggiunge il primo cittadino – godranno dei servizi riservati finora ai soli cittadini palermitani”.