Ospedali a corto di medici: il caso in Commissione Sanità - Live Sicilia

Ospedali a corto di medici: il caso in Commissione Sanità

Occhi puntati sul nosocomio di Caltagirone. Il sindaco Roccuzzo e il deputato Burtone pronti a fare battaglia.

PALERMO – La carenza di organico negli ospedali periferici finisce sotto la lente di ingrandimento della Commissione Sanità dell’Ars che domani si riunirà per affrontare, tra gli altri, il caso emblematico del Presidio ospedaliero Gravina di Caltagirone. Nella città che ha dato i natali a Don Sturzo il reparto di cardiologia ha rischiato di chiudere i battenti per assenza di personale medico. 

Domani saranno auditi il sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo e il direttore generale dell’ASP di Catania, Maurizio Lanza. “Domani mattina mi attendo risposte certe ed esaustive. Non sono più disposto ad accettare che in provincia di Catania esistano due sanità, una di serie A e una di serie B. Non è accettabile che il policlinico abbia una copertura della pianta organica del pronto soccorso del 91% e Caltagirone del 6%. È inammissibile che la Cardiologia di Caltagirone rischi la chiusura pur essendo una rete IMA distante 70 km dalla città di Catania”, spiega Roccuzzo a Live Sicilia. 

“I cittadini del territorio del calatino meritano lo stesso diritto alla salute e gli stessi servizi. Vanno istituiti immediatamente i dipartimenti interaziendali dell’emergenza per garantire a tutti gli stessi servizi.  I sindaci della provincia di Catania hanno deliberato all’unanimità la loro istituzione ma registriamo resistenze. Questo è il momento della solidarietà. O la politica fa un passo indietro e la smette di invadere il campo della sanità oppure saremo destinati alla chiusura. Io non intendo in alcun modo consentirlo”, continua il primo cittadino. 

Sul tema interviene anche il deputato regionale del Pd Giovanni Burtone, membro della commissione sanità e sindaco di Militello in Val di Catania, anticipando alcune proposte operative che porterà domani all’attenzione dell’assessore Giovanna Volo. “L’audizione ha come riferimento la crisi che si è aperta a Caltagirone con la momentanea chiusura del reparto di cardiologia. Questa è stata una vicenda sintomatica del diseguale quadro che caratterizza la sanità siciliana”, spiega Burtone a Live Sicilia. “Il numero chiuso ha creato una condizione difficile: il numero di medici è insufficiente per le esigenze del territorio. Il quadro è diseguale: nelle aree metropolitane, nelle città capoluogo le aziende hanno la quasi totalità della copertura dei posti previsti dalla pianta organica, invece, negli ospedali del territorio, quelli che si trovano in zone disagiate o lontane dal capoluogo, si registra appena il 30% del personale che dovrebbe essere operativo: uno scandalo”, accusa il deputato.

“Rischiamo la chiusura dei nostri ospedali, i turni rischiano di rimanere scoperti con quello che può comportare in una situazione di emergenza: un fatto gravissimo”, dice e lancia due proposte (per intervenire nel breve e nel lungo periodo). “Una prima proposta tampone è quella degli interdipartimenti che deve però basarsi sulla sinergia delle aziende che erogano il diritto alla salute. Servono regole in grado di armonizzare le attività delle diverse aziende garantendo organico nelle realtà del territorio”, argomenta. Il deputato annuncia che chiederà all’assessore Volo di convocare i manager della sanità per stilare un piano ad hoc. “Inoltre, proporrò che per un congruo periodo di tempo, vengano autorizzati soltanto concorsi da fare nel territorio. Don Milani diceva che non si possono fare parti uguali tra diseguali”, dice. E chiama in causa il governo regionale. “Se il governo vuole affossare questi ospedali continui così come ha fatto il vecchio governo, se invece vuole cambiare rotta deve intervenire salvaguardando la medicina del territorio”, conclude Burtone. 


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