PALERMO – Un vero e proprio risiko. A ridosso delle elezioni. E non troppo lontani dai tanto attesi concorsi. Si prepara un mezzo terremoto nella Sanità siciliana. Anzi, in un certo senso è già iniziato. Con la prima scossa, solo in parte avvertita: l’addio al dipartimento per la Pianificazione strategica di Piazza Ottavio Ziino, del dirigente Gaetano Chiaro, scelto come capo della segreteria tecnica del presidente della Regione Crocetta.
In questo momento, a reggere i due delicati dipartimenti dell’assessorato alla Sanità è Ignazio Tozzo, che ha assunto l’interim dell’ex dipartimento di Chiaro, aggiungendolo alla titolarità del Dipartimento Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe). Una decisione però che – per sua stessa natura – è temporanea. E in realtà, il progetto del governo era molto chiaro. E ne abbiamo parlato qualche giorno fa. Tozzo, infatti, sembra destinato a mantenere il più importante dipartimento della Pianificazione strategica, mentre resterà da assegnare il Dasoe. A chi? Come abbiamo raccontato, l’assessore Baldo Gucciardi avrebbe voluto designare per quel ruolo l’attuale manager dell’Asp di Trapani, Fabrizio De Nicola.
Ma quella designazione si è arenata contro i prevedibili ostacoli legati alla scelta di un nuovo esterno a capo dei dipartimenti regionali. E così, Gucciardi quasi certamente si vedrà costretto a “ripiegare” su un dirigente di ruolo. E in questo senso, la corsa al vertice del Dasoe sembra coinvolgere tre donne. In pole position, nettamente avanti alle altre, è l’attuale capo di gabinetto di Gucciardi, Marina Valli. Per qualche giorno è stato caldo anche il nome della dirigente Letizia Diliberti, che da anni si occupa di Sanità. Sullo sfondo la possibile candidatura della dirigente generale della Famiglia, Antonella Bullara.
Quella nomina però, come detto, rappresenterà solo l’innesco per una vera e propria rivoluzione negli ospedali e nelle aziende sanitarie siciliane. Del resto già apertamente annunciato dallo stesso Crocetta: “Dobbiamo fare – ha detto il governatore dieci gironi fa – una valutazione corretta dei manager che ci sono, e basandoci su una valutazione secca, procedere ai rinnovi dei contratti per chi ha fatto buon lavoro e aver il coraggio di tagliare laddove questo non si è verificato”. In realtà, i meccanismi sono un po’ più complessi. E i tempi, in questo caso, sono fondamentali.
La maggior parte dei contratti dei manager della Sanità infatti scadrà il prossimo giugno. Altri pochi mesi dopo. Saremo comunque in pieno “semestre bianco”, se così si può dire. Si tratta della finestra della legislatura che inizia a sei mesi dalla scadenza naturale. In quel periodo, che per la Sicilia inizierà a fine aprile, il governo non potrà compiere nuove nomine nelle aziende regionali, ma potrà limitarsi, al massimo, alla nomina di commissari. Questo che significa? Che più che un rinnovo, il governo potrà al massimo sottoscrivere nuovi contratti per dirigenti già in carica altrove, solo in caso di nuovi ruoli da ricoprire e comunque entro la fine di aprile. Una scelta che avrebbe effetti benefici per quei manager che cambieranno incarico: la firma di un nuovo contratto, infatti, assicurerà un nuovo incarico triennale, al posto di quello ormai in scadenza.
Chi potrebbero essere i “fortunati” destinatari del nuovo contratto? De Nicola, ad esempio, una volta incassato il “no” a capo del Dasoe, è tra i più accreditati a ricoprire il ruolo di manager del Policlinico di Palermo. Una nomina che passerebbe dalle dimissioni dell’attuale dirigente generale Renato Li Donni che sta affrontando anche qualche problema legato al bilancio stesso dell’azienda universitaria dopo le polemiche legate alla vicenda dei titoli del manager del civico Giovanni Migliore. Una nomina, quella del Policlinico, che passerebbe dall’indicazione del rettore Fabrizio Micari, non certamente lontano dall’area politica cui fa riferimento De Nicola e lo stesso Gucciardi: cioè i renziani del Pd che si riuniscono ogni anno, in Sicilia, attorno alle Leopolde di Faraone dove Micari è ospite fisso.
L’eventuale passaggio di De Nicola al Policlinico, così, aprirebbe uno spazio al vertice dell’Asp di Trapani. Lì, sono insistenti le voci per un altro trapanese: il direttore sanitario dell’azienda Villa Sofia-Cervello Giovanni Bavetta. In questo caso, però, solo in qualità di commissario straordinario.
Ma questi movimenti avrebbero anche dei contraccolpi politici. Li Donni, infatti, è politicamente considerato vicino all’attuale assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici. Che potrebbe a quel punto “puntare i piedi”. Ma la soluzione potrebbe arrivare dal Civico. Giovanni Migliore, infatti, resta – dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex commissario Giacomo Sampieri e il primario Matteo Tutino – uno dei direttori generali maggiormente legati al presidente della Regione. Proprio pochi giorni fa il governatore ha preso parte a un evento organizzato dal manager dell’azienda palermitana. In quell’occasione, Crocetta ha annunciato che l’ospedale dei bambini Giovanni Di Cristina di Palermo diventerà un Istituto di ricovero e ricerca a carattere scientifico (Irccs) di pediatria: il primo in Sicilia, il quarto su scala nazionale. E a quel punto servirà un manager anche lì. Sarebbe naturale a quel punto pensare proprio a Migliore al quale il governo assicurerebbe un nuovo contratto triennale. Liberando l’ambita poltrona del Civico di Palermo che potrebbe tornare buona per ricostituire l’equilibrio politico tra le correnti del Pd.
Intanto, molto si muove anche a Messina. Lì da mesi manca il direttore generale: Marco Restuccia infatti si è dimesso, ufficialmente per motivi personali, molto meno ufficialmente per lo scarso feeling col rettore dell’Ateneo messinese Pietro Navarra. L’azienda è stata messa nelle mani del commissario straordinario Senzio Laganga. Ma il rettore avrebbe già pronta, come prevede la norma, la terna degli aspiranti nuovi manager composta da Angelo Tanese, Michele Vullo (oggi alla guida del ‘Papardo-Piemonte’) e il più quotato Gaetano Sirna. Quest’ultimo oggi è a capo dell’Asp di Messina. La sua nomina al Policlinico, quindi, libererebbe un’altra poltrona. E darebbe nuovamente il via al risiko delle nomine.