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Azienda Villa Sofia-Cervello |Lettera aperta dell’ex manager

L'ex commissario straordinario ha ringraziato gli operatori e i collaboratori con una lettera aperta.

il saluto di salvatore la rosa
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PALERMO – Salvatore Di Rosa, ex commissario straordinario dell’azienda ospedaliera “Villa Sofia – Cervello”, ha ringraziato gli operatori e i collaboratori con una lettera aperta. Ecco il testo integrale.

“Carissimi,
innanzi tutto, un ringraziamento, sentito e non formale, diretto a tutti Voi, che a tutti i livelli (operatori, organizzazioni sindacali, professionisti, capi dipartimento, responsabili di settore, direttori amministrativo e sanitario, staff di segreteria), in questi anni avete condiviso con me impegno, sforzi, e spesso sacrifici volti al raggiungimento di quella “missione impossibile” che molto ambiziosamente, e forse incoscientemente, avevo abbracciato tre anni or sono e che bruscamente si è interrotta qualche giorno fa. Vorrei contestualmente porgere anche le mie scuse, dirette ai pazienti della nostra azienda ed ai loro familiari per tutte quelle volte in cui non sono riuscito a mettere Voi nelle condizioni migliori per potere rispondere ai loro bisogni ed alle loro necessità.

Quello che posso dire con orgoglio e che ci ho provato, al massimo delle mie capacità e con il massimo della buona fede. E ci ho creduto. Tenacemente, ostinatamente, anche nei momenti più bui (e ce ne sono stati tanti), fin dal primo giorno, in cui messo di fronte alla alternativa se andare avanti nell’incarico ricevuto o dimettermi dal mio comodo, sicuro e ben retribuito incarico di capo dipartimento e di direttore di una unità operativa di eccellenza della nostra azienda non ho avuto esitazioni, anche se questo ha comportato necessariamente chiudere una fase totalizzante della mia vita in cui sono stato (_non ho fatto, sono stato_) innanzi tutto un clinico, cioè colui il quale si prende cura di un suo simile. E con lo stesso entusiasmo totalizzante mi sono gettato in questa avventura trascinando collaboratori e dipendenti dell’azienda in uno sforzo che in alcuni momenti è apparso insostenibile. Incalzato da obiettivi stringenti e perentori, il più delle volte calati dall’alto e non negoziabili in alcun modo, ho dovuto tagliare, accorpare, razionalizzare, ascoltando tutti, tutte le volte che mi è stato possibile ma dovendo spesso decidere da solo e costringendo spesso Voi a modificare abitudini e comportamenti consolidati negli anni e fatto certamente molto più rilevante, creando qualche volta disagio e disorientamento nei nostri pazienti.

Una cosa posso dire con certezza: che mai, in questo travagliato percorso, ho derogato da quegli stessi principi etici ippocratici che mi hanno guidato nella “mia vita precedente”. Mai ho anteposto l’interesse del potente di turno a quello dei pazienti, mai ho preso una sola decisione senza tenere innanzi tutto conto dell’interesse della comunità di cui tutti noi facciamo parte, a costo di scontentare molti e di alimentare inimicizie e diffidenze.

E tutto questo sarebbe andato perduto, se non fosse stato confortato dal raggiungimento degli obiettivi che mi erano stati dati ma che ancor prima mi ero personalmente prefissato. Il giudizio negativo che prematuramente e superficialmente aveva bollato negativamente il mio lavoro oltre a offendere profondamente la oggettiva verità dei fatti, (ed il mio amor proprio, ma questo poco conta), rappresentava soprattutto uno schiaffo intollerabile per quanti di voi avevano sacrificato tanta parte della propria vita professionale e personale in questa vicenda. Oggi mi trovo nelle condizione di sollievo di prendere atto della revisione di giudizio dell’Agenas e di dover ringraziare per il rigore, l’obiettività e l’onestà con cui qualcuno, forse liberato da condizionamenti esterni, ha deciso di tornare sui suoi passi e di ammettere un proprio errore, sia pure macroscopico. Non è una cosa che si vede frequentemente, ne prendo atto e ringrazio, anche se purtroppo il danno prodotto è in qualche misura irreparabile.

Non mi resta che rivolgere un invito all’amministrazione regionale, ed innanzi tutto al nostro Presidente ed all’assessore Borsellino che con il loro nome e con le loro stesse vite sono bandiera e testimonianza di una battaglia difficilissima per la legalità e per il riconoscimento del merito a tutti i livelli. Mi rivolgo innanzi tutto a loro, perché con il medesimo rigore, obiettività ed onestà tutti gli elementi di questa vicenda vengano adeguatamente esaminati e rivalutati.

A me non resta che rinnovare i miei ringraziamenti e le mie scuse e spronare tutti coloro che rimangono a lavorare il questa azienda a continuare il lavoro intrapreso nel migliore dei modi”.


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