PALERMO – Oltre 500 postali siciliani hanno espresso la propria ferma opposizione alla paventata privatizzazione di Poste Italiane, ventilata dal Governo Meloni.
Oggi, sabato 18 maggio, in un sit-in di protesta, hanno ribadito il loro profondo attaccamento all’azienda e ai loro clienti, garantendo tutti i servizi postali sul territorio, con uffici aperti e regolari consegne di posta e pacchi.
“Nonostante il grande senso di responsabilità che ci ha spinto a non creare disagi ai cittadini e alle imprese”, dichiara Maurizio Affatigato, Segretario Regionale SLP CISL Sicilia, “non possiamo rimanere inerti di fronte a questa nuova minaccia alla nostra azienda e al servizio pubblico essenziale che essa rappresenta.
“La cessione del 30% del capitale azionario detenuto dal MEF, come ipotizzato dal Governo, rappresenterebbe un passo decisivo verso la completa privatizzazione di Poste Italiane. Un’operazione che – secondo Affatigato- avrebbe conseguenze drammatiche per il Paese”.
Riduzione dei servizi: la privatizzazione comporterebbe tagli al personale e alla rete di uffici postali, con un inevitabile peggioramento dei servizi offerti ai cittadini, soprattutto nelle aree rurali e periferiche.
Aumento delle tariffe; i costi dei servizi postali subirebbero un rialzo significativo, rendendoli meno accessibili per le fasce più deboli della popolazione.
Perdita di posti di lavoro; la privatizzazione si tradurrebbe in una drastica riduzione del personale, con migliaia di posti di lavoro a rischio.
“Siamo profondamente preoccupati per il futuro di Poste Italiane e per il servizio pubblico che essa garantisce. Chiediamo al Governo di rivedere la sua posizione e di salvaguardare un’azienda fondamentale per il Paese”, aggiunge Sebastiano Cappuccio, Segretario Confederale CISL Sicilia, presente alla manifestazione.
Oltre alla protesta odierna, i postali siciliani annunciano che nei prossimi giorni terranno ulteriori iniziative di sensibilizzazione per informare i cittadini sui rischi concreti della privatizzazione di Poste Italiane.