PALERMO – Le indagini dei finanzieri della Polizia tributaria di Palermo confermano che quanto denunciato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni è ancora tristemente attuale.
Ragazze nigeriane vengono reclutate nei villaggi. La promessa di un lavoro in Europa le convince a salire sulle carrette del mare. Una volta giunte in Italia trovano chi le obbliga a prostituirsi. Il piano criminale non potrebbe funzionare senza l’assoggettamento psicologico che passa attraverso i riti vodoo. Le donne vengono condotte in un luogo considerato sacro, dinanzi a un santone. Per le cerimonie utilizzano peli, capelli e indumenti intimi delle donne.
Tutto ciò viene confermato dalle indagini dei finanzieri che stamani hanno portato al fermo di quattro persone. È la Osaro John, la maman della banda, a raccontarlo senza sapere di essere intercettata: “… quello che mi fa ringraziare Dio è che di questa ho le sue mutande e i capelli da mia madre. Quando è arrivata qui le ho preso quelli dalla vagina e dalle ascelle; quelli sono con me… Se io vedo che non mi pagheranno li porterò da quell’uomo per fare schifezza”.
“Fare chiarezza”, secondo gli investigatori significava ricorrere nuovamente ai riti vodoo che vengono citati esplicitamente in un altro passaggio della conversazione: ”…loro possono stare… in qualunque posto siano, l’importante è che le loro madri vadano a pagare dove è stato detto loro di andare a pagare in Nigeria, quando arriveranno là, andranno a fare giuramento in quel santuario di voodoo per i loro figli così ci sarà pace; io voglio che non vivano più con me, voglio soltanto i miei soldi””.