Palermo, Ars, non solo Cappa: altri favori e il cellulare sequestrato

Ars, inchiesta sugli appalti: altri favori e quel cellulare sequestrato

Si continua a indagare sulle commesse assegnate agli imprenditori

PALERMO – Una busta piena di soldi, un telefonino e la convinzione che altre persone potrebbero avere goduto dei favori degli imprenditori inseriti nell’elenco dei fornitori dell’Assemblea regionale siciliana.

Finora è emerso il presunto ruolo dell’operatore tecnico dell’Ars Giuseppe Mirici Cappa, indagato dalla Procura di Palermo per tentata induzione indebita a dare o promettere. Ieri gli è stato notificato il divieto di dimora in provincia di Palermo e la sospensione dal pubblico ufficio per un anno.

La denuncia

A denunciarlo è stato l’imprenditore che gestisce il servizio di ristorazione nella buvette dell’Assemblea, dopo una lite nel parcheggio di Palazzo dei Normanni, avvenuta alla fine del 2021. Subito dopo quella lite, il dirigente dell’ufficio Affari legali dell’Ars, Ruggero Moretti, convocò il dipendente e l’imprenditore per avere delle spiegazioni da entrambi.

Qualche giorno dopo, la segreteria generale dell’Ars ricevette copia della denuncia presentata ai carabinieri dall’imprenditore nei confronti dell’operatore tecnico. A quel punto la segreteria generale dispose una indagine interna, conclusa con la rimozione all’inizio del 2022 del dipendente dall’ufficio tecnico tramite il quale aveva rapporti con i fornitori e dal ruolo di responsabile del servizio di prevenzione e protezione.

I soldi lanciati dal balcone

I carabinieri del Nucleo investigativo nei mesi scorsi hanno perquisito la casa di Mirici Cappa. All’indomani della “visita” una sua vicina si è rivolta ai carabinieri. Nella terrazza, adiacente al balcone dell’indagato, aveva trovato una busta con 15.250 euro in banconote da 50 e da 100. Il dipendente dell’Ars se n’era liberato per non farla trovare ai carabinieri, salvo poi tentare, tramite una terza persona, di rientrarne in possesso.

Chi gli ha dato quei soldi? L’ipotesi è che siano frutto di un accordo di do ut des con qualche imprenditore da lui favorito. Oltre 15 mila euro in cambio di cosa? Il lavoro del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Andrea Fusco e Francesca Mazzocco non è finito. C’è un capitolo ancora top secret che coinvolgerebbe altri imprenditori pronti a mettersi a disposizione di altri dipendenti dell’Ars e politici per dei lavori extra commesse ufficiali. Mirici Cappa potrebbe non essere stato l’unico ad approfittarne.

Si sono creati anomali rapporti di confidenza, come dimostrerebbe la chat contenuta nel telefonino di Vito Scardina, ex componente della segreteria dell’onorevole Gianfranco Micicchè quando presiedeva il parlamento siciliano.

Il telefonino e “le trazzere”

Il telefonino di Scardina è sotto sequestro. I carabinieri hanno stilato un’informativa sul contenuto. Secondo l’accusa, Scardina è stato beneficiario di un tavolo commerciale che vale più di mille euro, nonostante l’imprenditore avesse detto che ne valeva appena 200.

“Mandato tutto all’assessore… eh pensa che lunedì  avrai tutto sbloccato”, diceva Mirici Cappa ad un imprenditore che si occupa di impiantistica.
Che qualche ora dopo contattò Vito Scardina. In ballo c’era la “questione trazzera”. “La prossima settimana vanno a fare il sopralluogo”, diceva Scardina che si era “meritato un condizionamento”. La vicenda trazzera è una delle cose da chiarire.


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