PALERMO – Alta tensione a Sala Martorana, dove volano parole grosse tra la maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Lagalla e le minoranze che gridano alla violazione delle regole democratiche, annunciando conseguenze politiche.
Avanzo e Rap
La pausa estiva, evidentemente, non ha disteso i nervi dei consiglieri comunali di Palermo che, archiviato il Ferragosto, si sono ritrovati in Aula per discutere del rendiconto 2023. Una delibera tecnica ma dal grande valore politico, visto che sblocca un avanzo per investimenti che supera i 60 milioni di euro.
Per una città che fatica a essere pulita e in cui perfino il diserbo o il rifacimento delle strade sembrano eventi straordinari, un “tesoretto” del genere può rappresentare una boccata d’ossigeno. La seduta si è aperta con le relazioni degli uffici e dei revisori dei conti, nelle quali si è parlato anche della visita ispettiva che il Comune ha avviato in Rap, di cui LiveSicilia ha scritto questa mattina.
La poltrona della discordia
Nonostante il momento difficile e i temi in ballo, gli animi apparivano distesi; a scatenare il putiferio ci ha pensato la vicepresidenza della commissione Attività produttive, fino a qualche giorno fa assegnata a Giuseppe Lupo del Pd.
Il dem era l’unico esponente di minoranza in un organismo che conta altri quattro componenti: il presidente Ottavio Zacco di Forza Italia, Teresa Leto di Fratelli d’Italia, Leonardo Canto e Dario Chinnici di Lavoriamo per Palermo.
Lupo, eletto a Bruxelles, si è dimesso dal consiglio comunale e, nelle intenzioni della minoranza, la carica sarebbe dovuta andare a chi ne ha preso il posto in Aula, ossia Fabio Teresi, al suo debutto a Sala Martorana. Un’intenzione evidentemente non condivisa con la maggioranza che a ora di pranzo, a sorpresa, ha eletto invece Leto.
La prassi prevede che le vicepresidenze delle commissioni, non proprio cariche di primissimo livello, vadano alle minoranze ma sempre nell’ambito di un accordo complessivo, visto che la maggioranza da sola ha i numeri per procedere in solitaria.
La mossa del centrodestra ha così mandato su tutte le furie le minoranze, con accuse reciproche e parole grosse volate fra i corridoi di Palazzo Comitini. La tensione è salita rapidamente e alla ripresa dei lavori in Aula c’era solo il centrodestra, così la seduta è stata chiusa e aggiornata a domani.
Opposizioni all’attacco
“Stigmatizziamo e denunciamo con forza l’arroganza della maggioranza che con un colpo di mano sottrae all’opposizione la vicepresidenza della Sesta Commissione, ignorando la prassi consolidata che rimette alla capigruppo le scelte di equilibri politici all’interno delle commissioni”, dicono i consiglieri di Pd, M5s, Avs, Oso e Misto.
“Mentre il consiglio affronta un atto difficile e carico di criticità qual è il rendiconto 2023, con particolare riferimento alla situazione delle partecipate, soprattutto di Rap – continuano i consiglieri – la maggioranza pensa alle poltrone, calpestando consapevolmente ogni regola democratica che prevede che i presidenti delle commissioni vadano alla maggioranza e i vice alle minoranze”.
“Colpisce in particolare il comportamento del presidente e quello del gruppo consiliare del sindaco, schiacciati sulle posizioni estreme di Fratelli d’Italia, che ignorano i diritti delle minoranze. Ne prendiamo atto e, in assenza di segnali concreti che vadano nel senso del ripristino della democrazia, assumeremo le conseguenti e opportune azioni politiche”.