PALERMO – Fu una tragedia. La più terribile delle tragedie. Un bambino di tre anni che muore soffocato in casa mentre gioca. Il padre, Giuseppe Alaimo, che quel bambino mai smetterà di piangere, è stato assolto anche in appello. Era imputato per “abbandono di minore”, un reato aggravato dalla morte del figlio.
Era l’aprile 2014. Il piccolo Pietro aveva da poco finito di guardare in Tv un cartone animato di Spiderman. Forse per emulare il suo supereroe preferito, mentre era nella sua stanzetta, si legò la corda della tenda al collo per fare un salto.
Il padre si accorse della tragedia alcuni minuti dopo. Inutile la corsa dalla casa di Partanna Mondello all’ospedale Villa Sofia. L’autopsia confermò la morte per soffocamento.
Il padre si ritrovò sotto processo. Il suo legale, l’avvocato Carnelo Ferrara, ha parlato di un tragico evento che poteva capitare a tutti. Il piccolo non era abbandonato senza il controllo degli adulti. Come avviene in tutte le cose giocava fra la stanzetta e la cucina. Non si trattò di colpevole distrazione, ma di una tragedia senza alcuna responsabilità del genitore. In primo grado il padre era stato assolto nonostante la richiesta di condanna da parte del pubblico ministero. In appello, invece, il sostituto procuratore generale Giuseppe Fici aveva chiesto l’assoluzione.