PALERMO – La riunione era talmente segreta che scelsero la scogliera di Sferracavallo per darsi appuntamento. E lo fecero di notte. C’è una stagione su cui non tutto è stato chiarito. Lo confermano due scatti fotografici dei carabinieri datati 2018 e finora inediti. Erano i giorni immediatamente successivi alla riunione della cupola del post Totò Riina. Vi partecipò anche Calogero Lo Piccolo, figlio di Salvatore, il barone di San Lorenzo, e fratello di Sandro. Entrambi condannati all’ergastolo.
Lo scorso luglio i carabinieri hanno azzerato il mandamento mafioso. Si era rifatto largo Amedeo Romeo, tornato in carcere dopo avere scontato una condanna. Nelle due fotografie gli investigatori li hanno immortalati a settembre in un angolo buio che si affaccia sul mare. Qualche mese dopo il vertice della cupola, convocato in una palazzina a Baida, dunque Lo Piccolo sentì l’esigenza di incontrare in gran segreto Romeo. Di cosa parlarono resta un mistero.
“Io l’ho sempre detto fino a quando mi si chiuderanno gli occhi ho sempre detto… io sino alla morte”, così Romeo giurava fedeltà alla causa di Cosa Nostra. Era stato un fedelissimo di Giulio Caporrimo con il quale si incontrava a bordo di un gommone a largo di Barcarello. Il mare è la passione di tutti i palermitani, mafiosi inclusi. Ed è stato un fedelissimo di Calogero Lo Piccolo, una volta che quest’ultimo era stato scarcerato.
Romeo, così è emerso nell’ultima inchiesta, si occupava di estorsioni. Sarebbe stato lui ad incaricare Rosario Gennaro di raccogliere il pizzo da alcuni ristoratori di Sferracavallo. Soldi in cambio di protezione. Accadde un giorno che qualcuno mise a segno un furto scatenando la reazione di Romeo. Il ladro fu picchiato. Poteva anche andare peggio visto che lo stesso Romeo gli disse: “Devi ringraziare che non ti ha scannato qua dentro”.