Palermo, caos al Pronto soccorso del Civico. Ci meritiamo questo?

“Caos al Pronto soccorso del Civico. Nel 2024 ci meritiamo questa sanità?”

La segnalazione. La replica dall'ospedale

PALERMO – “C’era il caos al Pronto soccorso dell’ospedale Civico. Davvero nel 2024 ci meritiamo questa sanità?”.

Paolo D’Arpa affida il suo sfogo a Livesicilia. Ora che la paura è passata, vuole che resti traccia “della situazione surreale che abbiamo vissuto”.

Il 12 ottobre scorso il medico che segue la moglie per un’altra vicenda rileva la presenza di sintomi di meningismo (da non confondere con la meningite). La donna decide di eseguire una risonanza magnetica privatamente. Per il referto se ne riparla lunedì. La coppia si presenta al pronto soccorso del Civico con il dischetto della risonanza per chiedere una valutazione.

“Ci ha accolto un infermiere a cui abbiamo spiegato la situazione – racconta -, ci ha assegnato un codice verde”.

Ed è iniziata quello che D’Arpa definisce “un delirio”. Poi scende nel dettaglio: “Il caos per registrarsi, la gente che cerca di scavalcare. Chi si lamenta perché era fuori a fumare e pretende di passare per primo. Il metronotte che regola il traffico e aiuta i pazienti. Le persone urlano: ‘C’ero prima io’; ‘No, io'”. Siamo tutti in piedi. Non c’è un display elettronico che regola il turno. Non è un pronto soccorso di quarant’anni fa, è una struttura relativamente nuova. Mi chiedo come sia possibile gestirla in questa maniera. Da brividi, mi creda”.

La donna è arrivata alle 20:00: “Intorno alle 2 mia moglie è stata visitata e dirottata nel reparto di Neurologia dove sono stati gentili e professionali. Hanno disposto ed eseguito gli esami necessari e siamo andati via dopo le 4. Per fortuna l’allarme è rientrato”.

Resta “il rammarico per ciò che abbiamo visto e che vogliamo raccontare. Non è possibile che nel 2024 l’accoglienza in un Pronto soccorso venga gestita in questa maniera. C’è un problema di utenza, di sovraffollamento? Tutto vero, ma mancano i più elementari criteri organizzativi”.

Il problema è più generale. Prova ad affrontarlo Massimo Geraci che è responsabile del Pronto soccorso visto come “l’ultima spiaggia, qualcuno vi arriva in maniera appropriata, qualcuno meno. C’è una situazione di promiscuità che rende distorta la percezione della risposta che viene offerta”.

Nei giorni scorsi abbiamo chiesto ai lettori di Livesicilia cosa ne pensassero della sanità siciliana. Le riposte non sono state lusinghiere.

Gli operatori sanitari sono i primi a rendersi conto che il pronto soccorso “finisce per non essere quello che la gente si aspetta”. Innanzitutto un luogo dove diventa necessaria la presenza di un metronotte, la “bunkerizzazione” è la conseguenza delle “aggressioni” subite da medici e infermieri.

“Il nostro compito è essere efficaci, salvare la vite dei pazienti”, continua Massimo Geraci. In un contesto simile diventerebbe “ancora più complicato gestire il turno con un display come in un qualsiasi altro ufficio pubblico”.


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