Palermo-Castelvetrano-Catania | La mafia e l'affare delle scommesse - Live Sicilia

Palermo-Castelvetrano-Catania | La mafia e l’affare delle scommesse

I contatti fra i boss trapanesi e palermitani. E spuntano pure due imprenditori catanesi.

PALERMO – Carlo Cattaneo era diventato il signore delle scommesse. La sua ascesa, fermata nelle scorse settimane con l’arresto, sarebbe stata sponsorizzata dalla mafia. Ne sono convinti i pubblici ministeri di Palermo.

I retroscena dell’ultimo blitz contro i boss trapanesi confermano che agenzie e siti on line sono diventati il cuore dei nuovi affari di Cosa nostra. Da Castelvetrano a Palermo, fino a Catania: un reticolo di interessi muove grosse somme di denaro.

In provincia di Trapani Cattaneo, uno dei ventuno arrestati dell’operazione denominata “Anno Zero”, avrebbe contato sull’appoggio di Francesco Guttadauro, il nipote del cuore di Matteo Messina Denaro, che sta scontando una condanna definitiva al 41 bis, e successivamente su Rosario Allegra, cognato del latitante.

A Palermo, invece, è stato il pentito di Resuttana, Sergio Macaluso, a svelare gli sponsor di Cattaneo che era riuscito ad entrare con le sue agenzie nel mercato palermitano, intaccando il monopolio di un altro imprenditore finito nei guai giudiziari, Benedetto Bacchi. La società “17 Nero” di Cattaneo aveva ottenuto il via libera da Ludovico Scurato, braccio destro del boss di Porta Nuova Paolo Calcagno, e da Alessandro Alessi di Pagliarelli.

C’è pure un capitolo catanese nelle indagini “La repentina ascesa dell’imprenditore di Castelvetrano nel business delle scommesse online è stata legata – scrivono i pubblici ministeri di Palermo – ai suoi stretti rapporti con Ciccio Guttadauro e per il tramite di questi con i fratelli Placenti di Catania, imparentati con la nota famiglia mafiosa catanese di Benedetto Santapaola”. Carmelo e Vincenzo Placenti sono due imprenditori molto noti nel settore delle scommesse. Vincenzo sta scontando una condanna per detenzione e ricettazione di armi.

Il 19 gennaio 2018 Cattaneo, a bordo della sua Jaguar, spiegava a un’amica “… che sono io e dei ragazzi di Catania… ci siamo divisi le zone… io mi occupo di questa zona… loro si occupano di quella zona di Catania e poi chi è più… no chi è più bravo… chi vuole andare…incomprensibile… in Sardegna va in Sardegna… li non c’è ne limite…”.

L’intercettazione è di pochi mesi fa, ma i rapporti Cattaneo-Guttadauro-Placenti risalgono al 2011. Il 4 novembre di quell’anno Cattaneo, alla presenza di Guttadauro, chiamava Carmelo Placenti. Era quest’ultimo a chiedere al nipote di Messina Denaro un’intermediazione per aprire una serie di agenzie a Palermo: “… senti una cosa… per quel discorso delle agenzie di Palermo che c’è fermo… che ci sono quelle cose ferme là..”.

Poi, aggiungeva che avrebbe incaricato un suo emissario (“quando ti posso mandare un ragazzo?”) per parlare con qualcuno a Palermo che lo stesso Guttadauro avrebbe dovuto individuare: “… io volevo fare che se io ti mandavo quel ragazzo di Licata che è interessato… li mando con Luigi… ci andavano e ci andavano a spiegare la situazione con qualcuno di voialtri che per dire conoscete la zona e…”.

Il mese successivo era Vincezo Placenti a chiedere aiuto a Guttadauro: “Venerdì non pigliare appuntamenti…che ti voglio qua a Catania compare… praticamente… se non ti prendi la situazione in mano abbiamo finito di lavorare… ti aspetto Francesco veramente… perché siamo arrivati… siamo arrivati compare…”.

Nei mesi successivi sarebbe emersa una certa insofferenza di Vincenzo Placenti verso Cattaneo, mentre accresceva la stima nei confronti di Giutadauro. Almeno così sembrerebbe emergere da alcuni sms: “Enzo mi dispiace non potere scendere prima di natale,ma la colpa è di quel coglione di carlo… A me dispiace tanto xke lui non dovrebbe comportarsi così con te .. Ste provando a kiamalo ma no mi risp…; Ti faccio sapere… Lascia stare ti vol avvisare del suo comportamento ciao tvb t si nauttra pasta sugnu blu. Tu si me frati .. Noi siamo diversi .. Mi dispiace ke lui sia così,avvolte gli darei lignati .. Appena sale a Catania digli ke a lui niente e’ dovuto … Tvb”.

Il 10 febbraio 2012 veniva intercettato un nuovo scambio di messaggi tra Vincenzo Placenti e Guttadauro. Gli agenti della Dia sono convinti che avessero avviato una società: “Ieri carlo e’ andato a palermo x l agenzia degli amici miei, ricordi? Siccome lui doveva fare un regalo del suo guadagno ad un ragazzo ke ha portato questa agenzia, e filippo gli ha detto ke se proprio si deve fare un fiore o un regalo si deve fare a me, e lui gli ha detto in sacco di cose a filippo xke filippo gli ha detto ke e’ stato rimproverato da te ke non hanno mai pensato x me .. Capito??”.

Forse il “regalo” era la tassa che si doveva pagare alla mafia per ogni agenzia aperta. Filippo, personaggio non identificato, aveva spiegato a Cattaneo che il “regalo” andava riconosciuto a Guttadauro. E Guttadauro rispondeva con un messaggio: “Fallo divertire per poco presto ci vediamo incomincia a lavorare cn filippo per scovare chi sn gli altri agenti e tutto il resto”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI