Palermo, sanità: commercialista Sciacchitano uomo chiave del blitz

Commercialista, incarichi e amicizie: blitz nella sanità, chi è l’uomo chiave

Antonio Maria Sciacchitano
Un uomo capace di condizionare le gare e le nomine

PALERMO – Un commercialista con incarichi pubblici capace di condizionare non solo le gare nella sanità ma anche le nomine. Così viene descritta la figura di Antonio Maria Sciacchitano, 65 anni. Negli atti giudiziari fanno capolino molti nomi di politici, dirigenti e burocrati regionali. Non risultano indagati, ma i finanzieri li citano perché fanno parte della rete di relazioni di Sciacchitano e non solo.

“Intermediario fra imprenditori e pubblici ufficiali”

Ninni Sciacchitano avrebbe fatto da intermediario fra gli imprenditori e i pubblici ufficiali che si occupavano delle gare, sfruttando – secondo l’accusa – la fitta rete di rapporti istituzionali che ha coltivato nel tempo. Il commercialista nelle scorse settimane è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari e ha respinto ogni accusa, fornendo una spiegazione alternativa a quella della Procura.

Sciacchitano, una lunga lista di incarichi

Lunga la lista degli incarichi nella sua carriera che lo hanno resto uno dei burocrati più apprezzati nella pubblica amministrazione: componente del collegio sindacale dell’Asp di Palermo, consulente dell’Asp di Caltanissetta per le problematiche contabili, componente in rappresentanza della Regione siciliana nel collegio sindacale dell’ospedale Civico di Palermo, presidente dell’Organismo indipendente di valutazione dell’Asp di Trapani (stesso incarico all’Ersu, l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, e alla Città metropolitana di Catania), membro dell’Organo di valutazione dei manager della sanità pubblica; direttore amministrativo del Policlinico di Messina, esperto del sindaco e revisore in una dozzina di comuni siciliani.

Pressioni e lobbying

Nell’inchiesta della Procura di Palermo sono state depositate una sfilza di intercettazioni, note agli indagati che sono stati interrogati dal giudice per le indagini preliminari. Gli indagati parlavano a ruota libera. Molte cose sarebbero state riscontrate, su molte altre si lavora ancora. Difficile muoversi nel sottobosco fatto di presunte pressioni e lobbying. A volte ne parlavano gli stessi indagati, attribuendosi la capacità di condizionare le nomine. Millantavano o erano davvero in grado di muovere le pedine?

Sciacchitano e l’imprenditore Giovanni Cino rivendicavano l’influenza che sarebbe stata esercitata per fare nominare Fabio Damiani, poi arrestato e condannato, alla guida della Centrale unica di committenza degli appalti della Regione siciliana.

Quello fra Cino e Sciacchitano sarebbe stato un rapporto di affari. Il primo si sarebbe rivolto al secondo per assecondare i suoi desiderata quando c’era da aggiudicarsi o spingere il via libera ad una gara. Gli investigatori annotano “l’influenza” di Sciacchitano “presso i vertici direttivi dell’Asp Di Trapani”.

Nell’inchiesta ci sono diversi contatti con Vincenzo Spera, che era provveditore dell’Arnas Civico di Palermo e poi, nel luglio 2022, fu nominato commissario straordinario dell’Asp di Trapani dall’assessore regionale Ruggero Razza.

Sempre Sciacchitano riferiva di avere contribuito alla nomina del nuovo provveditore del Civico di Palermo, Mario Bisignano, grazie alle indicazione dell’onorevole Riccardo Savona, oggi deceduto, rivolte direzione generale. Stessa cosa si sarebbe riproposta quando fu necessario sostituire Spera andato a Trapani. Sulla nomina di Vincenzo Lo Medico avrebbe pesato la volontà di Schiacchitano che lo avrebbe sponsorizzato con l’ex manager del Civico, Roberto Colletti.

“Mettere in sacchetta”

Sciacchitano sarebbe riuscito ad avere in tempo informazioni e documentazione sulla gare da espletare. A volte le indicazioni di alcuni imprenditori sarebbero state inserite successivamente alla pubblicazione del bando come confermerebbero alcune conversazione fra Sciacchitano e Colletti.

Ed ancora il commercialista si vantava per la carriera di Pietro Genovese. Sosteneva di avere contribuito alla crescita professionale: è stato direttore finanziario all’ospedale Villa Sofia di Palermo e poi direttore amministrativo dell’Asp di Caltanissetta.

Sciacchitano avrebbe sfruttato le sue conoscenze per ottenere in anticipo i documenti delle gara: tariffa 10 mila euro. Di soldi da “mettere in sacchetta” per la documentazione da “intercettare in anticipo” si parla espressamente nelle intercettazioni. “Un servizio da pagare”, lo definiva Sciacchitano. Quindi si sarebbe attivato con i commissari di gara per fare vincere le imprese da lui sponsorizzate. Infine, a cose fatte, avrebbe intascato una percentuale sull’appalto.


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