Palermo, consuntivo e Rap: scontro a tutto campo al Comune

Palermo, consuntivo e Rap: è scontro a tutto campo al Comune

Il via libera al rendiconto scatena le polemiche

PALERMO – Lo scontro politico, al comune di Palermo, non accenna a scemare ma anzi prende vigore, dopo l’approvazione del rendiconto 2023 da parte di Sala Martorana. Un atto più che altro tecnico che fotografa un anno già archiviato, ma dalle importanti ricadute.

Il “tesoretto”

In primis perché viene sbloccato un avanzo di amministrazione che supera i 60 milioni di euro, un “tesoretto” che andrà impegnato entro dicembre e usato solo per investimenti. La giunta ha abbozzato uno schema di massima, di cui LiveSicilia ha dato un’anticipazione, anche se la bozza è al centro di un braccio di ferro all’interno della maggioranza che porterà a rivedere la lista della spesa.

Il futuro di Rap

Il rendiconto, che si porta dietro la stabilizzazione dei funzionari ai Tributi e l’aumento delle ore per quasi 400 dipendenti comunali, è stato però anche l’occasione per un duello, tra maggioranza e opposizione, sul futuro della Rap.

O, per meglio dire, tra le minoranze e quel che resta di un centrodestra che ha seguito i lavori distrattamente: tante assenze, banchi vuoti, pochi interventi. Il centrosinistra aveva chiesto a gran voce la presenza in Aula del sindaco e dell’assessore al Bilancio, ma niente da fare: a Sala Martorana ha fatto presenza Fabrizio Ferrandelli, salvo lasciare la scena, nell’ultimo scampolo, al vice primo cittadino Giampiero Cannella.

Un intervento lampo, quello del titolare della delega alla Cultura, ma sufficiente per ufficializzare, almeno pubblicamente, l’intenzione dell’amministrazione di ricapitalizzare la Rap. Dichiarazione non secondaria, visto che sul destino della partecipata si è incentrato lo scontro di questi giorni.

L’azienda ha chiuso il 2023 con un passivo di quasi 10 milioni, ha eroso il capitale sociale e l’unico modo per evitare il fallimento è ricapitalizzare, cioè trasferire immobili e denaro sonante. Il tutto nell’ambito di un piano di risanamento rivisto lo scorso giugno e ancora non “apprezzato” dalla giunta e dagli organi di controllo.

L’amministrazione finora ha proceduto con i piedi di piombo: prima di mettere altri soldi in Rap, il sindaco ha chiesto a una commissione ispettiva di far luce sulla situazione dell’azienda e di capire a che punto è il piano di risanamento. Il presidente Giuseppe Todaro ha usato parole rassicuranti, anche se sarà l’esito dell’ispezione a dire se la ricapitalizzazione diverrà o meno realtà.

Esulta la maggioranza

Lagalla e l’assessore al Bilancio Brigida Alaimo esultano per il via libera, così come i capigruppo di maggioranza (assente la Lega): “Ora si potrà procedere con l’incremento orario fino a 36 ore settimanali per 347 unità di personale di categoria C e con la stabilizzazione di 15 funzionari al settore Tributi – dicono in una nota Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lavoriamo per Palermo e nuova Dc -. Un atto importante che permette di sbloccare risorse fondamentali, oltre 60 milioni di euro, che in sede di assestamento di bilancio utilizzeremo per finanziare opere cantierabili e concretamente realizzabili, oltre che per potenziare i servizi ai cittadini”.

“L’approvazione del rendiconto conferma la bontà del percorso intrapreso perché finalmente la nostra città ha conti in ordine che sono alla base di qualsiasi politica di sviluppo e programmazione”, aggiunge il presidente Giulio Tantillo.

Opposizioni all’attacco

“È emblematico che le dichiarazioni immediate sull’approvazione del rendiconto del sindaco, dell’assessore al Bilancio e della maggioranza guardino solo alle risorse finanziarie liberate con questo atto e non una parola sia stata spesa sulle gravi e preoccupanti notizie emerse con chiarezza dall’analisi del rendiconto e dalla discussione in aula rispetto alla situazione e di Rap, cui il sindaco Lagalla e l’assessore Alaimo hanno peraltro scelto di sottrarsi”, attaccano Pd, M5s, Oso, Avs e Misto. “Basta questo a confermare, ancora una volta, che questa amministrazione è interessata più a governare poltrone e mancette e non invece le gravi emergenze della città e i suoi bisogni”.


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