Palermo, conti in bilico: “Rischiamo un buco da 26 milioni”

Palermo, conti in bilico: “Rischiamo un buco da 26 milioni”

Gli uffici rivedono al ribasso le previsioni d’entrata

PALERMO – Neanche il tempo di esultare per il rendiconto appena approvato che il comune di Palermo deve affrontare una nuova emergenza. L’allarme è stato messo nero su bianco dagli uffici: tra questo e il prossimo anno il bilancio di Palazzo delle Aquile rischia di dover fare i conti con un buco da 26 milioni di euro.

Una cifra che fa tremare i polsi, specie per un ente che ha evitato il dissesto grazie a un piano di riequilibrio che impone paletti stringenti. E la prima conseguenza è che la Ragioneria generale ha già decretato lo stop ad alcune spese. “Una disfatta politico-gestionale”, la bollano Ugo Forello e Giulia Argiroffi del gruppo Oso.

Meno entrate

In realtà i problemi sono due. Da un lato c’è l’annuncio dei dipendenti del settore Tributi, scontenti per le progressioni, di non svolgere più mansioni superiori e dall’altro la previsione della Polizia municipale di incassare nel 2025 una cifra molto più bassa di quanto previsto in un primo momento.

Il combinato disposto dei due elementi potrebbe provocare un vero e proprio terremoto, costringendo l’amministrazione del sindaco Roberto Lagalla a dover correre ai ripari, anche se al momento non filtra alcun commento.

L’evasione fiscale

La prima botta arriva dal settore Tributi del Comune, dove monta la protesta dei lavoratori contro i criteri per le future progressioni. Una questione che tiene banco da giorni e che ha portato i dipendenti ad annunciare di non voler più svolgere mansioni che non competono loro.

L’area – scrivono in una nota il dirigente Fabrizio La Malfa e la capoarea Maria Mandalà – non potendosi più avvalere dell’apporto istruttorio di 91 unità che già da lunedì scorso espletano soltanto le mansioni rientranti nel profilo professionale di appartenenza, è costretta a rivedere al ribasso le previsioni di entrata dei tributi locali”.

Gli uffici si occuperanno solo dell’emissione degli avvisi di accertamento massivi tramite Sispi e non più degli “avvisi puntuali”, cioè quelli frutto di una apposita istruttoria. Il che, tradotto, significa che la previsione per il 2026 viene tagliata: l’incasso Tari, da lotta all’evasione, passerà da 25 a 20 milioni e quello Imu da 35 a 30.

Le multe

Non va meglio sul fronte delle multe. Il comando dei vigili ha infatti comunicato un aggiornamento dei proventi dalle violazioni al codice della strada: al 31 agosto gli accertamenti in entrata sono stati pari a quasi 55 milioni e il trend fa prevedere che a fine anno si arriverà a 92,6 milioni; il riscosso invece è fermo a 15 milioni.

Una nota che ha fatto saltare sulla sedia il Ragioniere generale, Bohuslav Basile, visto che si tratta per il solo 2025 di un taglio di almeno 16,4 milioni. “Una riduzione di entrata estremamente significativa e preoccupante”, scrive il Ragioniere che poi annuncia di dover bloccare i capitoli di spesa collegati che sarebbero sprovvisti di copertura.

Oso: “Una disfatta”

“Si tratta di una disfatta politico-gestionale su due fronti – dicono Forello e Argiroffi – 16 milioni svaniti già nel 2025 per un taglio netto delle previsioni della Polizia municipale e 10 milioni che, dal 2026, verranno meno a causa degli iniqui criteri scelti per le progressioni verticali e del fatto che gli assistenti tributari si limiteranno a svolgere solo le proprie mansioni”.

“Ancora una volta – conclude Forello – il sindaco e la sua giunta si dimostrano totalmente incapace di gestire, controllare e valorizzare la macchina burocratica comunale. A pagare il prezzo di questa incompetenza saranno i cittadini, che vedranno bloccati importanti capitoli di spesa e la qualità già scadente dei servizi locali”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI