Palermo, soldi e ortaggi in cambio di favori: Forestale, le pene richieste

Palermo, soldi e ortaggi in cambio di favori: Forestale, le pene richieste

Il blitz scattò nel 2016 al distaccamento di Villagrazia

PALERMO – Al processo sul giro di corruzione negli uffici del Corpo forestale della Regione siciliana le richieste di pena sono pesantissime. Il blitz scattò nel 2016 e colpì il distaccamento di Villagrazia che ingloba una parte della città di Palermo e alcuni grossi centri della provincia.

In cambio di tangenti gli ispettori chiudevano gli occhi su piccole e grandi irregolarità e abusi edilizi.

La pena più alta, 15 anni, è stata chiesta per l’ispettore Antonio Sacco. Questo l’elenco completo degli imputati e le pene richieste: Antonio Polizzi (era il comandante) 10 anni e 4 mesi, Antonino e Giuseppe Chiazzese (imprenditori) rispettivamente 6 e 4 anni, Rocco Giuseppe Ferro (operaio) 3 anni, Giuseppe Colibro (ispettore) 3 anni, Salvatore Impastato (ispettore) 4 anni. Ed ancora gli operai: Vincenzo Vaglica 5 anni, Antonio Mangano 4 anni, Vincenzo Musso 4 anni, Giovan Battista Musso 6 anni, Michele Capizzi 3 anni, Antonino Mangano 4 anni, Salvatore Impastato 4 anni.

Chiesta l’assoluzione per i dipendenti dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Palermo (altra articolazione del Corpo forestale regionale), Francesco La Fata e Leonardo Di Maria.

Leggi: Fave, “sparacelli” e soldi e i forestali chiudevano gli occhi

Fra i reati contestati non c’è solo il reato di “induzione a promettere o dare utilità (un livello inferiore di concussione)”. Accanto ai soldi per sorvolare sulle irregolarità dei piccoli cantieri edili nella zona di Villagrazia, vengono contestate pure presunte truffe, casi di peculato e falsificazione di verbali.

Il comandante Polizzi, intercettato e pedinato dai suoi stessi colleghi, avrebbe utilizzato la macchina di servizio, una Fiat Panda, per gli spostamenti personali e addirittura si sarebbe appropriato della legna di un bosco demaniale a Villaciambra.

Al telefono l’operaio stagionale Mangano lo tranquillizzava: “Apposto, stiamo tagliando comandante”. Per “arrotondare” il suo stipendio Polizzi si sarebbe inventato un infortunio sul lavoro, ottenendo dall’Inail poco più di mille e cento euro. A tradirlo sono stati sia le celle telefoniche, che nel giorno del presunto incidente lo hanno localizzato lontano dalle campagne di Belmonte Mezzagno dove disse di essersi fatto male, e le parole del collega Sacco: “Appena lui arriva al punto di ottenere quello che deve ottenere e si fotte quella pensione… di duecentocinquanta euro fissi al mese, lui piglia e vedi come rientra. Lui ora sta facendo questo traccheggio perché ci manca un punto, per fottersi questo punto, si mastica duecento cinquanta euro fissi al mese”.

Ad incassare 6 mila e 800 euro che non gli spettavano sarebbe stato pure Rocco Ferro, operaio stagionale. Non si allontanava dalla sua bottega di barbiere a Monreale, eppure risultava presente nei servizi di prevenzione antincendio. “Allora prepara un foglio di listino con la carta intestata del Distaccamento quello mio di Villagrazia – gli diceva Polizzi – e ti segni le presenze di tutti i giorni”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI