Da un post su Facebook nella pagina di Elisa Parrinello del Teatro Ditirammu, artista e figlia d’arte
Da due anni ho scelto il silenzio: preferisco lavorare con dedizione piuttosto che giustificarmi davanti a una società sempre più superficiale. Ma oggi sento il bisogno di dire, anche se brevemente, che la mia città è allo sbando.
Mi sono ritrovata a prendere uova in faccia mentre camminavo per strada, e immagino cosa debbano affrontare i più giovani. C’è un crollo culturale evidente: pochissimo investimento sulla formazione, delinquenza fuori controllo, una sottocultura che deturpa una città bellissima.
Questo accade perché le istituzioni pensano solo a sé, invece di investire sui giovani: è più comodo avere cittadini ignoranti che tifano, anziché cittadini consapevoli che chiedono. Eppure esistono realtà straordinarie associazioni, insegnanti, artisti, operatori culturali che ogni giorno lavorano per offrire ai ragazzi occasioni di crescita. Anche noi, con i nostri progetti, abbiamo messo nelle loro mani strumenti che hanno cambiato loro la vita.
Le istituzioni, però, non ci sono mai state. Non vengono ai nostri spettacoli, non dedicano nemmeno un minuto a vedere come realtà come la nostra resistano e custodiscano la tradizione. Non abbiamo mai ricevuto nulla gratuitamente: ogni riconoscimento ce lo siamo sempre conquistato.
Diamo lavoro a tanti ragazzi, collaboriamo con realtà più fragili e cerchiamo di dare identità ai Cantieri Culturali alla Zisa insieme ad altre associazioni e a quelle poche persone, all’interno delle istituzioni, che nutrono grande stima per noi. Sono poche, ma vere, perbene e oneste, e le porto sempre con me nel cuore.
Due anni fa ho debuttato con la regia in “Per Amore di Rosalia” al Teatro Massimo, un progetto realizzato con le forze nostre e quelle della formazione Teatro Massimo, uno dei pochi se non l’unico a investire in Italia sui bambini, sui ragazzi; con noi il Coro delle Voci Bianche e l’Orchestra Kids. Il Sovrintendente è stato presente a ogni replica, ma oltre a lui nessuno di rilievo politico, (regione e comune). Per due anni nessuno ha parlato del progetto, nessuno ha riconosciuto il valore di aver coinvolto 250 giovani così impegnati e professionali.
La cosa che mi ha ferito di più è vedere che nessuno di loro, sia venuto a sostenerli, a incoraggiarli, a dir loro che stavano scegliendo la strada giusta: quella della vita sana, dell’arte, della bellezza. Mentre tanti bambini e ragazzi vengono risucchiati dalla superficialità, dai cellulari e dalla sottocultura, chi prova a costruire un futuro migliore viene ignorato.
Adesso avrò molti più nemici, ma se ci pensano meglio invece di essermi nemici potrebbero insieme a me (a noi) costruire culturalmente una vita migliore per i nostri ragazzi agevolando tante famiglie che non possono permettersi di fare percorsi come questi ed essere salvati da una società cattiva. Detto questo, ognuno fa le sue scelte.
Io scelgo la qualità l’impegno verso i giovani, e da oggi invece anche il popolo degli adulti che hanno tanto tanto bisogno di ricominciare a sognare. Poi fate voi.

