PALERMO – Ci sono degli errori. Delle anomalie numeriche che riducono il passivo contestato dai pubblici ministeri nei conti del Palermo Calcio. Un paio di milioni in più da iscrivere nelle casse delle società rosanero.
Poca cosa rispetto ai 62 milioni che hanno convinto i pm a chiedere il fallimento. In casa rosanero nessun commento, ma la sensazione è che quanto accaduto venga considerato come un segnale positivo in linea con la convinzione di potere smentire la ricostruzione del consulente della Procura.
I periti di parte della società hanno presentato una contro perizia che certificherebbe lo stato di salute dei conti. La quarta sezione del Tribunale fallimentare, presieduta da Giovanni D’Antoni, e composta dai giudici Raffaella Vacca e Giuseppe Sidoti, lo scorso 20 dicembre ha nominato tre consulenti per studiare i bilanci. Dopo che i legali della società hanno rilevato la mancata nomina del consulente della Procura, il collegio ha dato 50 giorni di tempo ai periti.
Periti che, quattro giorni dopo, con l’avvio formale delle procedure, ha riscontrato le anomalie. Al netto dei tecnicismi, i consulenti dei pm non avrebbero considerato alcune voci per un ammontare di poco superiore ai due milioni. La conseguenza sarebbe una errata valutazione del patrimonio netto della società al 30 giugno 2015. In presenza di un patrimonio non negativo le comunicazioni di riduzione e perdita del capitale sociale non dovevano essere fatte.