Palermo, la testimonianza: "Io potevo essere Giulia"

Palermo, la testimonianza: “Io potevo essere Giulia…”

La testimonianza drammatica sulla violenza arriva da molto vicino.
LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
di
3 min di lettura

“Io potevo essere Giulia, solo che il mio istinto di sopravvivenza ha fatto in modo che potessi un bel giorno svegliarmi come da un lungo sonno e reagire dicendo basta.
Quarantaquattro anni, fortemente empatica, lavorativamente indipendente, una leonessa nel difendere in ogni modo un sopruso. Sono queste le caratteristiche che mi hanno fatto diventare preda di un narcisista manipolatore, lui così affamato nello splendersi delle mie qualità. Io troppo ingenua che fino ai miei quarantadue anni non conoscevo paroloni come narcisismo, manipolazione, gosthing, triangolazione”. Così comincia la lettera di una ragazza palermitana che chiede soltanto l’anonimato e racconta la sua storia. “Io potevo essere Giulia”, scrive. Ovvero Giulia Tramontano, uccisa con il figlio in grembo dall’ennesimo mostro: Alessandro Impagnatiello.

Gli amici allontanati

“Sì, forse sentivo parlare le mie amiche prestando poca attenzione – scrive l’anonima narratrice – all’argomento credendo che da persona sveglia tutto questo a me non sarebbe mai successo….eppure… Mai avrei pensato di ritrovarmi umiliata a casa con scene inventate solo per crearmi sensi di colpa inesistenti, mai avrei pensato di allontanare in quel periodo tutti gli amici che avevo perché lui pensava che fossero un ostacolo al nostro rapporto eppure l’ho fatto nel peggiore dei modi. Io potevo essere Giulia, quando incinta e con le minacce di aborto ho ricevuto quel calcio al piede senza motivo, anzi il motivo era un abbraccio che lui non gradi’ in quel momento”.

La violenza

“Io potevo essere Giulia quando stavo abortendo in modo spontaneo a casa e lui invece di accompagnarmi in ospedale era in giro a bighellonare per la città, avrei potuto essere Giulia quando al rientro dall’ospedale ci fu una furiosa lite in macchina ed a casa. Nonostante tutto, lo difendevo a spada tratta con famiglia ed amici negando anche il suo comportamento e raccontando la favola che mi accudiva e consolava in quel momento delicato e triste. Io, potevo essere Giulia quando a casa mi volavano dalle mani piatti e tazzine di caffè se solo guardavo la sua faccia con la coda dell’occhio…lui che nel frattempo contattava mille ragazze da incontrare negli attimi di libertà. Non sapevo di essere Giulia in quel periodo, in quel sonno durato due anni tra la dissonanza e la confusione. Non percepivo ciò che mi stava accadendo e cercavo invece di far funzionare tutto adducendo comportamenti anomali a differenza culturale, etnia, provenienza geografica, stress lavorativo. Cercavo giustificazioni su giustificazioni e non ascoltavo il parere di nessuno. Totalmente imbambolata nella dipendenza di un rapporto tossico che tossico non sembrava”.

Ho detto basta

“Dopo aver scoperto storie parallele, incontri su incontri per avventure ho finalmente detto basta piantando un casino pazzesco, riacciuffando quelle ultime linee di lucidità mentale che mi restavano. Io avrei potuto essere Giulia quando dopo ore di litigio telefono con un pianto finto dall’altra parte del telefono mi si chiedeva di raggiungerlo per parlare e chiarire. Ricordo ancora le parole, ti amo..ti chiedo in ginocchio di venire a casa mia a parlare. Non so con quale forza risposi un secco NO! Avevo superato il limite smascherandolo con amici e conoscenti, avevo paura di un’eventuale reazione. Ho detto NO, forse avrei potuto essere Giulia quel giorno…forse no”.

Quei segnali da riconoscere

“Credo che tutte le donne, tutte le bambine, tutte le ragazze debbano essere informate sul narcisismo e sulla manipolazione. Sono tratti così evidenti, così facili da smascherare che se per caso ci incappi una volta nella tua vita riconosci immediatamente i segnali. Ecco sono i segnali che vanno appresi, sono quelli che tutte le donne devono essere in grado di riconoscere. Ed è opportuno che tutti in questa epoca sappiano fare distinzione e vengano istruite. Forse solo così riusciremo a restare vive e non essere uccise da “bipedi” privi di coscienza, rimorso ed emozioni”. (rp)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI