PALERMO – Di lui dicevano che avesse addirittura declinato l’invito a prendere in mano la reggenza del mandamento di Porta Nuova. Francolino Spadaro preferiva restare defilato. Gli eventi – soprattutto l’arresto del latitante Giuseppe Auteri – lo avrebbero convinto ad assumersi le proprie responsabilità finendo per essere il punto di riferimento per la famiglia di Palermo centro.
Il figlio del re della Kalsa
Il figlio di Masino Spadaro, considerato il “re” della Kalsa, fa parte dell’elenco dei 181 arrestati del blitz dei carabinieri. Torna in carcere da dove era uscito per fine pena nel 2017. Assolto nel processo per l’omicidio del maresciallo Vito Ievolella, avvenuto il 10 settembre 1981, Francolino Spadaro, 61 anni, è stato condannato per traffico di droga, associazione mafiosa e per l’estorsione alla nota “Focacceria San Francesco”.
Il grande rifiuto di Spadaro
Dal giorno della scarcerazione è andato a vivere in un attico in via Notarbartolo, la strada dell’albero Falcone. Nel 2022 ecco spuntare di nuovo il suo nome. Piero Pozzi, pure lui fra i fermati dalla Direzione distrettuale antimafia e in attesa della convalida del Gip, raccontava che nel 2018 aveva assistito ad una riunione fra Spadaro e il capomandamento di Porta Nuova, Gregorio Di Giovanni che “gli voleva dare tutte le cose a lui e lui no, vedetevela voi…”.
Se ne andava spesso in giro con altri due boss, Francesco e Massimo Mulè, padre e figlio, entrambi detenuti, ma “non c’è gente che piace a lui”. Insomma non si riconosceva nella nuova mafia. Deve avere cambiato idea se a partire dall’arresto di Giuseppe Auteri, nel marzo 2024, le informative degli investigatori si riempiono degli incontri di Spadaro con Giovanni Castello e Giuseppe Di Maio, arrestati con l’accusa di essere al vertice della famiglia.
Si sarebbero serviti di Francesco Paolo Viviano e Francesco Paolo Putano per organizzare gli appuntamenti fissati per strada, al bar o in una concessionaria di moto. Il 15 aprile del 2024 è stato documentato un incontro alla Kalsa a cui ha partecipato anche Stefano Comandè, altro pezzo grosso del mandamento di Porta Nuova.
Fibrillazioni a Porta Nuova
Erano giorni di fibrillazione segnati dal ritorno al potere di Tommaso Lo Presti, il pacchione, considerato il personaggio più autorevole fra i 181 arrestati. Così come tensioni si erano avute nel novembre 2023 quando Spadaro si interrogava assieme ad un vecchio boss scarcerato, Nunzio Milano di Porta Nuova, come sarebbe stata la coabitazione fra Tommaso Lo Presti e Giuseppe Auteri. Si sarebbero “ammazzati”? Ci sarebbe stato “bordello” poiché Masino “viene con 8 con 10” fedelissimi.
L’attivismo di Spadaro
Ed è iniziato quello che viene definito “l’attivismo di Spadaro” intervenuto per recuperare la Smart rubata al nipote, ritrovata dopo un giorno, calmare gli animi dopo una rissa avvenuta in una nota discoteca, mettere la buona nella lite familiare tra un affiliato e la ex moglie per la vendita della casa, smorzare i toni delle discussioni che coinvolgevano parenti di mafiosi (Girolamo Celesia di Brancaccio, Nunzio Milano di Porta Nuova, Andrea Ferrante di Pagliarelli), risolvere la questione di un debito che interessava il boss di Ficarazzi Atanasio Alcamo.
I soldi in bagno
C’è poi il capitolo della raccolta di soldi che due persone periodicamente consegnavano a Spadaro, fotografato mentre riceve la busta. Soldi sborsati dai titolari di alcune attività commerciali. Una consegna di banconote fra Leonardo Marino e Francolino Spadaro è stata immortalata dentro il bagno di un hotel. Soldi del pizzo incassi di negozio di cui Spadaro è socio occulto?
Il 21 febbraio Spadaro sarebbe dovuto andare crociera ai Caraibi. Anche per evitare il suo allontanamento si è proceduto con il fermo.