PALERMO – Moglie e marito vivevano sotto lo stesso tetto, ma la donna non aveva idea che il contatore fosse allacciato abusivamente alla rete elettrica. O meglio non c’è la prova contraria. Da qui l’assoluzione dell’imputata, E. M., 38 anni, difesa dall’avvocato Luciano Maria Sarpi.
Il marito, già condannato in un altro processo, cercò di scagionare la moglie. “Non sa nulla, ero io a pagare le bollette”, disse l’uomo. Bollette che in effetti venivano pagate, ma con costi meno gravosi rispetto a quanto dovuto per i consumi reali.

La donna, però, si è ritrovata sotto processo per furto in concorso. La Procura aveva emesso un decreto penale di condanna a pagare una multa da 4 mila euro. Ed invece è passata la linea difensiva.
L’allaccio abusivo era stato scoperto dai tecnici dell’Enel in una palazzina in corso dei Mille. Nell’ultima inchiesta per mafia si è scoperta l’esistenza di una banda che ruba la luce usando contatori clonati.