PALERMO – “Sono arrivato a Palermo quando avevo soltanto 12 anni. Non mi era mai accaduto nulla di simile, sono ancora sotto choc”. E’ tornato con la sua bancarella tra le strade del centro città il ragazzo bengalese che è stato derubato e accoltellato da due studentesse finite in arresto i primi di settembre. Nonostante la paura, il ricordo vivo ancora nella mente di quei momenti terribili e la ferita su un un fianco, è tornato alla quotidianità e lavora insieme al padre. Ha ventidue anni e la licenza da venditore ambulante.
Quando è stato aggredito si trovava in corso Tukory, a pochi metri dalla stazione centrale: “Stavo per tornare a casa – dice – e avevo trasferito in macchina quasi tutta la merce. Sul banco erano rimaste poche cose, tra cui una cassa ed un paio di cuffie bluetooth, che quando mi sono voltato non ho più trovato”. Qualcuno se ne era impossessato e si era allontanato, indisturbato. “A quel punto ho chiesto ad un mio amico che si trovava nelle vicinanze se aveva visto qualcosa. Mi ha detto che due persone erano appena scappate in direzione di via Cesare Battisti”.
Avevano portato via merce per cinquanta euro, il giovane si è così messo alla ricerca degli autori del furto. “Sono entrato al mercato di Ballarò, tentando di individuarli. Ho rintracciato due ragazze con gli oggetti che mi erano stati rubati. Ho chiesto loro di restituirmi tutto, gli ho spiegato che per me era importante rientrare in possesso della merce che con fatica mi permette di vivere. Ma niente, sono stato immediatamente aggredito verbalmente, poi fisicamente”.
Le immagini estrapolate da una delle telecamere che si trova nei pressi del mercato hanno subito chiarito la vicenda alla polizia: le due giovani studentesse si sono scagliate contro il bengalese, prima l’hanno colpito con un pugno, poi una delle due ha sferrato una coltellata. “Mi hanno dato una ginocchiata – racconta – ma io non ho reagito. Poi una delle ragazze si è allontanata ed è tornata con un coltello. Sono stato colpito al fianco e sanguinante, ho cercato aiuto”. Una storia che il ragazzo, terrorizzato, pensava si fosse conclusa lì. Dopo essersi recato in ospedale è stato però rintracciato dalla polizia.
Le studentesse, finite in arresto per rapina aggravata, lesioni aggravate e calunnia, avevano raccontato di essere state derubate da lui, per depistare le indagini. A scagionarlo, proprio il video delle telecamere, che ha permesso agli investigatori di risalire ad una 22enne e a una 24enne. “Sono pure stato accusato ingiustamente. Ho rischiato di morire e di essere arrestato, ho vissuto un incubo, un’esperienza terribile. Per fortuna la verità è venuta a galla ed è stato chiaro che ad avere la peggio sono stato io”.
“Non tira una buona aria per noi – sottolinea -. Anche i miei connazionali devono quotidianamente lottare per far rispettare i propri diritti e il proprio lavoro. E i furti tra le nostre bancarelle sono all’ordine del giorno. Noi vogliamo soltanto fare il nostro dovere e vivere in tranquillità. Non chiediamo altro”.